di ANTONIO PIO CONDÒ – Una lunghissima attività nel Sindacato Uil, al servizio della sanità, per rivendicare un sacrosanto diritto sancito dalla Carta costituzionale: quello alla salute. Lui è Nicola Simone, ex sindacalista, già dirigente provinciale dell’UIL, da sempre in prima linea nelle tante battaglie condotte per migliorare l’offerta sanitaria nella Locride. Le ultime criticità riscontrate presso il presidio ospedaliero spoke di Locri, struttura cui afferisce una popolazione di circa 140 mila abitanti (in estate il doppio), distante oltre 100 chilometri dalle città di Reggio Calabria e di Catanzaro, l’hanno convinto a rompere un fisiologico silenzio per denunciare una situazione che ritiene non più sostenibile.
«L’Ospedale di Locri, scrive Simone in una propria nota stampa, continua a fatica a garantire i servizi essenziali agli ammalati a causa di una grave e diffusa carenza di farmaci, ausili e altri materiali sanitari. Situazione, questa, che sta mettendo a dura prova ogni reparto, rendendo difficile, se non impossibile, provvedere alle cure necessarie e urgenti ai pazienti».
Simone precisa che «denuncio questa macroscopica e drammatica criticità nella qualità di ex sindacalista provinciale di Reggio Calabria, dipendente dell’Asp in quiescenza ed, altresì, paziente affetto da patologia che periodicamente deve rivolgersi al nosocomio di Locri per le cure necessarie!.
Riferendosi sommariamente alla sua ultradecennale attività sindacale, Simone sottolinea che «nel tempo ho denunciato i problemi inerenti le deficitarie capacità delle strutture sanitarie presenti sul territorio Locrideo ad erogare prestazioni di qualità, oggi mi soffermo sul problema riguardante la insufficiente distribuzione dei farmaci e materiali sanitari da parte della Farmacia Ospedaliera. Struttura, questa, che non riesce a soddisfare il fabbisogno quotidiano dell’ospedale in quanto sprovvista e perennemente in attesa del dovuto approvvigionamento. I medici e il personale sanitario si trovano spesso a dover fronteggiare situazioni critiche, improvvisando e adattandosi per sopperire alla mancanza di risorse fondamentali. Non solo mancano farmaci essenziali e di uso comune, ma anche ausili e dispositivi per la somministrazione di farmaci, indispensabili a garantire gli interventi e le diagnosi».
Criticità, sottolinea ancora il firmatario della denuncia, che mettono «a serio rischio la salute e la vita dei pazienti e crea un ambiente di lavoro estremamente stressante e insidioso per il personale. Sebbene la dedizione e l’impegno di medici e infermieri siano notevoli, l’assenza continua di dispositivi adeguati, di farmaci indispensabili e di una organizzazione interna adeguata al bisogno giornaliero dei reparti, ostacola seriamente la loro capacità di operare al meglio».
A causa di tutto ciò, aggiunge, «i pazienti spesso vengono inviati in altri Ospedali della regione per la somministrazioni di farmaci essenziali o per prestazioni specialistiche particolari aumentando considerevolmente i loro disagi e quello delle loro famiglie».
Simone evidenzia che le gravi difficoltà incidono sul trattamento «di pazienti oncologici o di rianimazione, piuttosto che di cardiologia, pronto soccorso, dialisi, ortopedia o ancora dei vari ambulatori (vedi oculistica ). Il clima di incertezza e frustrazione palpabile all’interno di questi reparti nonostante la dedizione e l’impegno costante di medici, infermieri e OSS, unitamente alla mancanza di risorse fondamentali, sta minando seriamente la loro capacità di operare al meglio, mettendo a dura prova la qualità dei servizi offerti. Quanto denunciato è un elemento evidente e facilmente riscontrabile da chiunque». Simone chiude la sua lunga denuncia/appello ribadendo che «l’’impegno e la dedizione dei professionisti sanitari, non potrà reggere oltre a garanzia di un’assistenza ottimale per i pazienti». Chi ha orecchie per sentire, nonché l’autorità ed il potere per intervenire, questo il messaggio dell’ex dirigente provinciale dell’Uil, intervenga senza perdere altro tempo prezioso. (apc)







