di ANTONIO LOIACONO – Quello che c’è dietro il “fine servizio” di don Pompeo Tedesco, fino a domenica scorsa, 23 ottobre, titolare della parrocchia di Longobucco, è un refrain che, in un loop infinito, riecheggia nelle valli dell’altopiano silano: Ha concluso la sua missione o è stato rimosso?
Se il terremoto del 1783 danneggiò gravemente la facciata della Chiesa di Santa Maria Assunta, in Longobucco, l’ipotetico provvedimento di sospensione imposto, si dice, dal Dicatero per il Clero (in presenza di un “fumus”) ed adottato dal Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Rossano-Cariati, ai danni del parroco della città di Re Coremme, sta “scuotendo” le fondamenta di quel luogo di culto e non solo.
Un’altra “faglia tettonica-ecclesiastica” sulla chiesa silana!
I rapporti giunti sul tavolo del Presule della Diocesi jonica, sommergono la Curia Arcivescovile fino all’emissione del decreto che, con effetto immediato, “quam primum”, impongono a don Pompeo di lasciare libera la “casa canonica”, sospendendolo dalla cura delle anime longobucchesi, senza altra destinazione (per il momento)!
Un provvedimento che sembrerebbe propedeutico ad una denuncia penale, nei confronti del parroco, per violenza privata e minacce che ha scaturito un’azione disciplinare (novembre 2021) della Curia nei confronti di don Pompeo il quale pare abbia però, reiteratamente, continuato ad assumere atteggiamenti poco o per niente clericali!
Arrivato a Longobucco il 7 ottobre di nove anni fa ed accompagnato da voci poco positive sul suo conto e sulla sua sontuosa villa a Rossano, don Pompeo, inizia da subito ad eliminare alcune millenarie tradizioni che non gli vanno a genio etichettando come “non buoni cristiani” chi non si allinea al suo pensiero!
Spesso accostato a diverse vicende civiche politico-amministrative, attira gli strali degli altri “competitors” che, indispettiti oltre modo, comunicano ai superiori del prete silano le sue “birichinate” (è un eufemismo!), che spaziano dall’essere celebrante dell’eucarestia “sui generis” ad amante della sfrenata vita mondana.
Intanto, dal 24 ottobre, è stata ratificata la nomina di don Pino Straface ad amministratore parrocchiale della chiesa di Longobucco: a lui il compito di “bonificare” l’altare silano.
Una letteratura da “Uccelli di rovo” sulle quali spine, è rimasta impigliata la veste sacerdotale di don Pompeo bagnata dalle lacrime del sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo. (al)