«Il ritorno di ulteriori competenze alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese». È l’allarme lanciato dalla Commissione Europea nel Country Report in merito all’autonomia differenziata, approvata nei giorni scorsi e riportato da Il Sole24Ore.
«Mentre il disegno di legge attribuisce specifiche prerogative al governo nei negoziati con le regioni, esso non fornisce alcun quadro comune di riferimento per valutare le richieste di competenze aggiuntive da parte delle regioni», si legge nel documento, in cui viene evidenziato come «i Lep garantiscono solo livelli minimi di servizi e non riguardano tutti i settori, vi sono rischi di ulteriore aumento delle disuguaglianze regionali. L’attribuzione di poteri aggiuntivi alle regioni in modo differenziato aumenterebbe anche la complessità istituzionale, con il rischio di maggiori costi sia per le finanze pubbliche che per il settore privato».
Il documento, infine, ricorda«le regioni potranno richiedere fino a 23 competenze aggiuntive e ottenere le risorse corrispondenti tramite negoziati bilaterali con il governo centrale». Ma, nonostante il testo preveda «alcune garanzie per le finanze pubbliche — si legge —, come valutazioni periodiche dellecapacità fiscali regionali e requisiti per i contributi regionali al raggiungimento degli obiettivi fiscali nazionali».
Sull’allarme della Commissione Ue è intervenuta la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, invitando il presidente della Regione, Roberto occhiuto, a ripartire «da qui e decida di impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale», come hanno già pensato di fare la Campania e la Sardegna
-xAttenzione, non parliamo di un collettivo comunista – ha ricordato – l’organo esecutivo dell’Unione europea, contesta la riforma nel Report annuale sulle economie nazionali, in cui dedica un paragrafo proprio al ddl Calderoli facendo riferimento al testo che era stato approvato in Senato, chiaramente, ma che in soldoni è stato confermato alla Camera».
«Il centrodestra calabrese continua ad azzuffarsi, fuori tempo massimo, sulle ricadute devastanti che la legge sull’Autonomia Differenziata avrà sul destino economico e sociale del Mezzogiorno. Senza un minimo di autocritica sulla responsabilità per omesso controllo, e di conseguenza, per l’immobilismo che ha segnato il dibattito antecedente all’approvazione del testo arrivato alla Camera. Chi ha veramente a cuore il futuro della Calabria deve agire, oltre i proclami e i “mea culpa” di circostanza», ha detto Bruni, ricordando come «lo sapevamo tutti che ddl Calderoli avrebbe spaccato il Paese, ancora prima di diventare legge, ma nessuno ha fatto niente: troppo impegnati ad incantare i calabresi con la comunicazione deviata e deviante di un presidente di Regione “superuomo” e distratto dall’ego prorompente che lo rende sordo ad ogni sollecitazione dell’opposizione».
«Le forze politiche, le associazioni, gli amministratori e i cittadini – ha concluso – che hanno a cuore il futuro della nostra regione devono concentrarsi su altro: ogni azione possibile da mettere in atto per bloccare questo disastro». (rrm)