RINNOVATO L'ORGANISMO REGIONALE DI COLLEGAMENTO CON I CONTERRANEI SPARSI IN OGNI ANGOLO DELLA TERRA;
Nino Spirlì

LA CONSULTA DEI CALABRESI NEL MONDO
IL VALORE AGGIUNTO DI CHI VIVE ALTROVE

di SANTO STRATI – Rinnovamento e innovazione: sono queste le parole chiave per descrivere la nuova Consulta regionale dei calabresi nel mondo, di cui il presidente ff. Nino Spirlì ha firmato ieri il decreto di nomina dei nuovi consultori. Non sarà un organo meramente rappresentativo (come istituito dalla legge regionale 8 del 2018), ma la nuova Consulta ha l’ambizione di portare a termine un ampio progetto per il coinvolgimento a 360 gradi della vastissima comunità calabrese presente in ogni angolo della terra.

La Calabria ha una storia lontana di emigrazione, con percorsi diversi, fatti di privazioni, rinunce, sacrifici, ma soprattutto tanta determinazione, quella che contraddistingue i calabresi e li proietta, quasi sempre, ai vertici di professioni, imprese, istituzioni. Dovunque, si trova sempre un calabrese ai posti di comando, nella scienza, nella medicina, nelle multinazionali, nelle alte sfere governative e istituzionali, perché i calabresi la voglia di rivalsa, di riscossa, ce l’hanno nel dna. Un popolo capace di sopportare di tutto, ma ugualmente in grado di produrre eccellenze, con uomini e donne che hanno fatto e fanno grande il nome della loro terra. Con sempre un fortissimo senso di appartenenza e l’orgoglio della propria calabresità.

Questa terra, che ha il triste primato dell’export delle eccellenze (che vanno altrove a fare la fortuna di aziende, città, Paesi) deve ricostruire da zero la sua reputazione e mostrare le tantissime positività che è in grado di esprimere: risorse umane, competenza, capacità e una ricchezza del territorio praticamente inutilizzata. Parlano da sole le meraviglie dell’antica civiltà magno-greca, gli 800 km di costa quasi incontaminata, tre parchi nazionali, tre enclavi linguistiche, cultura e tradizione da fare invidia a chiunque. Eppure della Calabria si parla solo quando ci sono morti ammazzati, grandi processi di mafia, retate contro il malaffare. Nel mondo manca la vera immagine di un popolo operoso, sano, cresciuto a pane e legalità, nel rigore della giustizia e dell’eguaglianza, con un innato senso di accoglienza, e una forte vocazione al lavoro. Lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani, cui abbiamo rubato il futuro, e i quali hanno diritto a immaginare una crescita nel territorio che gli ha dato i natali, per costruire una casa, una famiglia, una carriera. Sono in tanti, tantissimi, quelli che se ne sono andati, molti per scelta, troppi per necessità, con per entrambi un groppo in gola per non poter mettere a disposizione della propria terra risorse, capacità e competenze. I nostri medici, i nostri ricercatori, solo per fare un esempio, sono nelle migliori università del mondo, hanno studiato in Calabria (dove, non dimentichiamolo, ci sono tre Atenei che sfiorano l’eccellenza), ma non hanno trovato le opportunità per restare o tornare, per offrire il proprio contributo di conoscenza e competenza alla Calabria che li ha cresciuti e formati.

Serve proprio a questo la Consulta regionale appena rinnovata da un motivatissimo presidente Spirlì, sulla traccia un percorso avviato dal direttore generale della Presidenza della Regione Calabria Tommaso Calabrò su input della compianta Jole Santelli. La presidente Jole aveva intuito e visto nelle comunità presenti in tutto il mondo una spinta propulsiva per una vera rinascita del territorio con il contributo non piccolo che i calabresi nel mondo, autentici ambasciatori della propria terra, sono in grado di offrire. Sono i nuovi consultori il valore aggiunto di cui la Regione deve avvalersi per intessere una rete di relazioni, di rapporti a tutti i livelli: la cultura, le imprese, l’ambiente, il turismo, l’interscambio commerciale. Ogni consultore dovrà sentire su di sé l’impegno morale di rappresentare la sua terra nei confronti della comunità calabrese in ogni Paese, deve sentirsi testimone e attivo propugnatore di iniziative che ridiano non solo smalto a una Calabria sbiadita e opacizzata da troppa trascuranza di governanti e politici, ma offrano l’occasione per far sentire la Calabria vicina ai calabresi che sono lontani e avvicinare sempre di più questi ultimi alla propria terra. Ci sono calabresi di terza e quarta generazione che hanno imparato dai nonni il dialetto, ma non hanno mai messo piede in Calabria e non nascondono la voglia di un ritorno a seguire il percorso delle proprie origini. È una delle tantissime cose su cui la nuova Consulta dovrà confrontarsi in una sfida che sarà facile vincere se ci saranno la collaborazione e l’impegno di tutti per un comune obiettivo. Fare della Calabria la California d’Europa, con una grande attrazione per gli investimenti (da parte di calabresi diventati grandi dirigenti d’impresa – e ce ne sono tanti) e una spinta per il nostro export agro-alimentare che può trovare nuovi importanti mercati.

Ci sono tre segmenti legati tra loro, nell’obiettivo di crescita e sviluppo: cultura, turismo ed enogastronomia. Quest’ultima è il collante per l’attrazione culturale che muove il turismo ormai  sempre più diversificato: esperienziale, spirituale (il turismo religioso ha potenzialità gigantesche in Calabria), gastronomico (e qui non ci batte nessuno), oltre, naturalmente, alla forte attrazione paesaggistica. Abbiamo, tanto per fare un altro esempio, nel Museo archeologico di Reggio Calabria i Bronzi che rappresentano una delle più straordinarie testimonianze della civiltà classica: potrebbero fare più visitatori del Colosseo se solo venisse promozionata in maniera adeguata la loro presenza all’interno di una regione tutta da scoprire, ospitati in un Museo che è una meravigliosa realtà che troppi purtroppo ancora sconoscono (calabresi inclusi).

È l’occasione, questa Consulta, per un cambio di passo nella strategia di comunicazione della Regione, con il coinvolgimento dei calabresi lontani: nel mondo si calcola ce ne sono oltre sei milioni, nelle varie generazioni, con tante eccellenze di riferimento, orgoglio di Calabria (si pensi al premio Nobel Renato Dulbecco, nato a Catanzaro) e, soprattutto tanta storia alle spalle, con nomi illustri nel campo della filosofia, della letteratura, della cultura, della scienza. Abbiamo un solco da seguire, quello tracciato da Tommaso Campanella, con la sua Città del Sole, da Bernardino Telesio, da Gioachino da Fiore, scrittori come Corrado Alvaro, Saverio Strati e Leonida Repaci, Pitagora di Crotone, in uno sterminato elenco che continua ad arricchirsi di nuove eccellenze. Ecco, bisogna impegnarsi a far conoscere la storia della Calabria ai calabresi lontani, accogliere i figli dei nostro emigrati, offrire opportunità di tornare e, magari, restare e avviare un’attività nella terra degli avi. Senza trascurare di offrire una narrazione diversa al mondo intero: quella di una Calabria che vuole crescere e ha bisogno di far conoscere agli altri le straordinarie risorse di cui è naturalmente ricca.

Servono progetti, idee, però è necessario superare inutili antagonismi, per lavorare insieme. C’è tantissimo da fare, dal turismo di ritorno alla diffusione della cultura e il mantenimento delle nostre tradizioni popolari, dalle opportunità occupazionali e di fare impresa all’interscambio con i Paesi dove sono presenti consistenti comunità calabresi. È la Calabria nel mondo, un logo ideale su cui operare, dimenticando il passato (è ancora aperta la ferita della Fondazione Calabresi nel mondo, esperienza fallimentari con sprechi da codice penale, assolutamente infruttuosi) e guardando al futuro.

Lo dobbiamo ai nostri ragazzi, sia quelli che sono nati e vivono in Calabria e quelli che vorrebbero venire a vivere e lavorare, con l’intento e l’obiettivo di creare condizioni di vita ideali, dove casa, famiglia e lavoro sono il paradigma di una bella esistenza, dignitosa ed esemplare, che tutti hanno diritto non solo di sognare ma anche di ottenere. In Calabria.  (s.)

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LA NUOVA CONSULTA REGIONALE DEI CALABRESI NEL MONDO

Il decreto n. 4 del Presidente f.f. della Giunta regionale Nino Spirlì, ai sensi della legge reg. 8/2018  costituisce la Consulta regionale dei Calabresi nel mondo che risulta così composta:

1) Presidente della Giunta Regionale che la presiede;

2) Rappresentante proposto dalle associazioni con sede in Calabria, iscritte nel registro di cui all’art.11: Maria Concetta Loscrì;

3) Rappresentanti indicati dalle Associazioni con sede nel territorio Italiano, iscritte nel registro di cui all’art. 11: Salvatore Tolomeo, Francesco Serratore;

4) Cittadini calabresi residenti all’estero, indicati dalle associazioni iscritte nel registro di cui all’art.11, secondo la seguente ripartizione territoriale:

FRANCIA: Mariano Porpiglia;

BELGIO: Berenice Vilardo;

SVIZZERA: Vincenzo Bruzzese;

REGNO UNITO: Francesco Mazzei;

GERMANIA: Silvestro Parise;

BRASILE: Rosaria Anele, Corrado Bosco, Franco Perrotta, Luca Motta Blotta;

ARGENTINA: Irma Rizzuti; Leonardo De Simone, Olga La Rosa, Murgia Marcela

VENEZUELA: Alfredo Mazzuca;

CILE: Laura Iannicelli

USA: Daniele Maggiolino, Sergio Gaudio, Umberto Turano, Luigi Patitucci;

CANADA: Menotti Mazzuca, Enrico Mazzone, Daniela Callea, Nicola Isabella;

AUSTRALIA: Vincenzo Daniele, Antonio Mittiga, Vincent Morfuni, Princi Martino;

COLOMBIA: Alessandra Morales;

URUGUAY: Nicolas Nocito;

GIAPPONE: Elio Orsara;

5) Giovani residenti all’estero, di età inferiore ai 30 anni, designati dalle rispettive associazioni o federazioni iscritte nel registro di cui all’art. 11:

FRANCIA: Maria Leccadito;

GERMANIA: Clemente Forciniti;

BRASILE: Chiara Readi;

ARGENTINA: Mariel Pitton Straface:

CILE: Fiorella Siclari Cardenas;

USA: Nico Novelle;

CANADA: Giovanna Giordano;

AUSTRALIA: Annalisa Lo Pianto;

COLOMBIA: Ana Maria Roa;

URUGUAY: Fabrizio D’Alessandro.