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Sposato Opi Cosenza

La denuncia di Opi Cosenza: In Regione fermi 250 milioni di euro non investiti

Ci sono, in Regione, 250 milioni di euro, suddivisi in 175 per i Fesr 2020 e 81 per l’emergenza Covid, che non sono stati investiti. È quanto denuncia Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza – Ordine Professioni Infermieristiche, chiedendosi perché, tali fondi, «non siano stati utilizzati per le assunzioni e, ancora peggio, investiti in strutture, attrezzature, tecnologie. Ancora oggi non è stata pagata l’indennità Covid agli operatori e nessuno sa darci una spiegazione».

«Possibile che nessuno se ne sia accorto? – ha chiesto Sposato –. A prescindere dai colori politici e dalle diverse appartenenze, nessuno ha controllato, programmato e verificato?».

«Sono anni che lo ribadiamo – ha spiegato – se non si individuano le responsabilità che causano tale immobilismo, la nostra terra è destinata al fallimento sanitario. Occorre invece monitorare costantemente e garantire, in continuità, il diritto ai cittadini. Come? Con nuove strutture, con l’assunzione del personale a tempo indeterminato e con l’aumento degli standard qualitativi imposti in questo periodo. I soldi ci sono».

Sposato, poi, ha aggiunto un altro dato importante: «il 15 % del personale assunto per curare ed assistere svolge altre funzioni, per motivi di salute o per “altre motivazioni».

«Si cambi la loro qualifica – ha evidenziato il presidente di Opi Cosenza – oppure si consenta di fare ciò per cui si è stati assunti ed inquadrati. Garantire gli operatori equivale a garantire maggiormente la salute e la sicurezza dei pazienti che rappresentano il terminale di questa filiera. La qualità delle cure deve essere oggetto di attenzioni da parte delle Istituzioni. Se ciò non si riesce a fare, intervenga direttamente il ministero».

«Il modello hub spoke è ormai fallito – ha concluso – la dotazione organica non è più adeguata e le responsabilità non vengono accertate. Ognuno faccia il proprio: per questo motivo ci aspettiamo dal prossimo governatore della Calabria un segnale di cambiamento radicale e reale. I pazienti sono “impazienti” ed il personale tutto attende una inversione di rotta ed un forte impatto per riprendere il sistema sanitario». (rcs)