di PINO CINQUEGRANA – Le sue opere sono proiezioni di chiara topothesia con spazi e luoghi quali segmenti tra pittura e poesia che nell’insieme diventano mito, narrazione di luoghi, catartica visione del mare il cui impianto recupera letture classiche di barche con corde e lampare nell’attesa di prendere le onde e di sperare nell’abbondante pesca.
Quelli della pittrice di Francica (provincia di Vibo Valentia) ma da tempo vive a Oggiono (Lecco) trova nelle sue sfere di interesse principali donne che trascorrono il tempo sedute a raccontare e raccontarsi, piante mediterranee come il fico d’india maturo e pronto per essere offerto agli dei, scogliere e torre dirute che hanno segnato l’arrivo di Gioacchino Murat sulla Costa tra briaticese e quella napitina.
Temi che come scrive l’artista Giuseppe Farina sono espressività compositiva con chiara armonia nelle forme, nei segni grafici e nei tagli di luce. Figurativo e paesaggio, volti di santi e bambini fanno vedere una maturità artistica che diventa linguaggio identitario di luoghi e costumanze. Una preziosità del tratto, la sua, che la vide da subito dopo gli studi all’Istituto d’Arte Colao di Vibo Valentia impegnata in mostre collettive e personali anche a livello nazionale.
Nei suoi scorci paesaggistici si percepisce tutta una musicalità espressiva dai colori chiari in impianti equilibrati in cui emerge una profonda sensibilità del suo animo. Ritrattista anche che diventa dono che stupisce per la sua armoniosa riproduzione. (pc)