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Natuzza diventa un’opera teatrale prodotta da un suo “miracolato”, Ruggero Pegna

20 settembre – La storia della mistica di Paravati, Natuzza Evolo, venerata e amata da migliaia di calabresi e devoti in tutto il mondo, diventa un’opera teatrale di grande respiro. Per far conoscere, anche attraverso il palcoscenico, con una drammaturgia originale del musicista e compositore Francesco Perri, la figura di questa straordinaria donna, scomparsa dieci anni fa. Una mistica di Calabria che ha lasciato un segno indelebile nella devozione popolare, un vivo esempio di spiritualità e fede che non conosce confini.
La produzione non poteva che portare la firma di Ruggero Pegna, che si sente un “miracolato” di Natuzza, un altro grande calabrese del mondo dello spettacolo, il promoter che ha prodotto anche l’imponente opera musicale “Francesco de Paula”. La regia dello spettacolo, anche in questa occasione, è affidata a Marco Simeoli, tra i più apprezzati registi, autori e attori teatrali italiani, premiato al Gran Premio Internazionale di Venezia 2018 con un riconoscimento speciale.
La prima assoluta è prevista per fine maggio. La produzione teatrale, di Ruggero Pegna, è anche un segno di devozione, dopo la sua miracolosa guarigione da una terribile forma di leucemia, dovuta anche alle preghiere di Natuzza, come lui stesso ha scritto nel romanzo “Miracolo d’Amore” edito da Rubbettino.
«A dieci anni dalla scomparsa della mistica calabrese, tra le più conosciute dell’era contemporanea – afferma Francesco Perri  – questo lavoro su Natuzza vuole essere un importante tributo alla sua figura e alla sua fortissima personalità e, al contempo, un progetto non solo artistico, con l’intento di unire misticismo, territorio, religiosità, valori identitari, insomma un grande messaggio di cristianità da una terra, come la Calabria, che ha vissuto intensamente la sua presenza prodigiosa, connotata da un’infinità di racconti e testimonianze popolari sui suoi doni e sulla sua immensa disponibilità ad ascoltare chiunque e  a pregare per dare sollievo e conforto, in particolare a malati e bisognosi».
Natuzza vuole essere il progetto religioso conclusivo di uno speciale cammino artistico di Francesco Perri, (premiato a marzo per la migliore colonna sonora, “The Guardian of the Ice”, al Winter Film Award di New York”), partito nel 2016 con Francesco de Paula, in cui convergono le esperienze narrative precedenti ed altre tipologie di nuove rappresentazioni con molteplici sfaccettature artistiche, sinestetiche e di contaminazioni.
Il lavoro Natuzza identifica la vicenda umana e religiosa di questa “donna speciale”, mamma di cinque figli, ma anche “mamma” di tutti i suoi fedeli, personalità calabrese tra le più importanti figure mistiche del ‘900. Il lavoro avrà una duplice identità: territoriale e da esportazione, caratterizzandosi come importante veicolo di valori positivi oltre che biografici.
Natuzza è figura femminile del Sud Italia, laica che si pone come alter ego ad una visione massificante e a vocazione fortemente maschile del territorio e di un’idea dell’eroe ottocentesco. Si assiste, nel corso della sua vita, vissuta sempre nello stesso luogo, ad un totale capovolgimento della figura dell’eroe, che giungerà ad essere “verme di terra”, come lei stessa si definiva.
«Al di là della vicenda biografica, il lavoro teatrale Natuzza vuole puntare ad essere opera popolare, adatta a tutti, rappresentata nei grandi spazi oltre che nei teatri, scritta e musicata da Francesco Perri con la regia di Marco Simeoli e bravissimi attori che saranno resi noti a breve – afferma il produttore Ruggero Pegna – per rendere memoria ad una storia nuova, recente, ancora viva e fissa nei ricordi primari e personali della gente di ogni parte del mondo che l’ha conosciuta, a cominciare dal sottoscritto. Ho avuto il privilegio di incontrarla già da ragazzo e di frequentare prima la sua casa, poi la Fondazione che l’ha ospitata e dove ora sorge la grande Chiesa chiestale dalla Madonna durante un’apparizione. È’ una grande storia, innanzitutto umana, piena di messaggi di fede e speranza per tutti. La sensibilità e la bravura di Francesco ci offriranno un’opera davvero splendida, emozionante e commovente».

La Chiesa di Paravati dedicata a Natuzza

Natuzza, al secolo Fortunata Evolo nasce il 23 agosto 1924 a Paravati, paesino del territorio del Vibonese che rientra nel comune di Mileto, dove muore il 1º novembre 2009. Analfabeta, vive un’infanzia ed adolescenza difficilissima e diventa da subito, attraverso manifestazioni mistiche, importante riferimento della religiosità nazionale e mondiale. Si riferisce che durante il corso della sua vita si siano manifestati una serie di presunti episodi paranormali: apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi e defunti, bilocazione, momenti di estasi e la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale. Svariate testimonianze le attribuiscono anche il cosiddetto “dono dell’illuminazione diagnostica”, ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore.
Per più di un cinquantennio riceve presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, giunti a Paravati per incontrarla, nella speranza di avere notizie dall’aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie. A distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, è iniziata la causa di beatificazione. Migliaia i fedeli che si riuniscono diverse volte l’anno a Paravati nella futura Basilica dedicata alla Madonna, rifugio di tutte le anime. Centinaia i cenacoli di preghiera sorti in tutto il mondo. Oggi Natuzza è simbolo di una forte e rinnovata spiritualità religiosa al servizio dei più deboli, dei bisognosi, dei giovani. (rs)