Il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo è uno dei più autorevoli e apprezzati protagonisti della salvaguardia della salute dei calabresi. Medico chirurgo e direttore di uno dei centri di diagnostica più importanti della regione, ci tiene a distinguere tra medicina (e ci sono eccellenze a questo riguardo) e sanità in Calabria, mettendo sott’accusa i guasti del commissariamento di quest’ultima dal 2009. Ecco un suo intervento, dopo i servizi delle Iene sui due ospedali reggini andati in onda in questi giorni.
«Da queste parti – dice il dott. Lamberti Castronuovo – il coraggio di smentire pare lo abbiamo in pochi. Tutti figli di Don Abbondio. Alzi una mano chi ha assistito alle due trasmissioni delle Iene dedicati a due ospedali reggini e non si è vergognato di passare come appartenente ad una terra di mafia, malaffare e soprattutto mala sanità. Ma basta !!!!
«È inaccettabile che vengano costruiti servizi solo negativi che distruggono i tanti sacrifici di chi si adopera ogni giorno nel mondo medico. Deve essere fatta una distinzione a monte. Una cosa è la medicina ed una cosa è la sanità. La prima è affidata ai medici, e non ne conosco uno che non cerchi di fare bene il suo dovere, la seconda è la gestione di strutture, mezzi e uomini governati dalla politica. Non c’è dubbio che questa abbia fallito in gran parte, ma di chi la responsabilità? Di quella locale? Non credo. I servizi destruenti delle Iene, amplificati da interviste di chi non si è saputo difendere o, preso alla sprovvista, ha dato risposte inesatte sotto l’incalzare di un giornalista da gestapo, hanno messo artatamente in evidenza fatti amministrativi non già medici. Non ho sentito delle tante vite umane salvate, dei trapianti d’organo che qui si fanno, ad esempio. O delle miriadi di prestazioni di alta specialità. Ho visto solo di gravi fatti amministrativi, di mancanza di bilanci, di manutenzioni non fatte. Ho ascoltato poi la candida ministra della sanità che da donna del Nord (?) finge di non sapere ed approfitta per puntare l’indice sul presidente della regione. Lo difendo io? Non è mio compito. Ma è vero o no che la sanità in Calabria è commissariata dal lontano 2009? E vero o no che prima del commissariamento il debito ammontava a 36 milioni di euro e dopo l’avvento dell’ennesimo plenipotenziario, Scura, siamo arrivati a 156 milioni ? È vero o no che l’emigrazione della salute è aumentata a dismisura fino a toccare il tetto dei 350 milioni di euro? Quale responsabilità ha la politica locale se amministra un commissario che, fosse anche Salomone, non conosce la realtà ed i punti dove andare ad intervenire per evitare lo scatafascio che le iene, miratamente, non hanno avuto nessuna difficoltà di dimostrare? Reggini, datevi una risposta a questi quesiti, forse vi vergognerete un po’ meno.
«La notizia brutta – prosegue il dott. Lamberti Castronuovo – dà più soddisfazione ad un giornalismo aduso ad inorridire. In questo contesto fatto di pseudo scoop, di chi maramaldeggia, di chi si difende male, si erge con tutta la sua contraddizione la nauseabonda battaglia intentata contro le strutture private. Ree di operare bene. Chi lo dice? La gente! Il gradimento dei pazienti che affollano le strutture, che si badi bene sono pubbliche, accreditate, a gestione privata. Cotticelli, ma soprattutto Schoel, vice commissario di nomina governativa (non della politica locale!) ha dichiarato guerra a chi da anni è orgogliosamente in vetta alle classifiche nazionali per qualità, correttezza, disponibilità ed efficienza. Chi ha eseguito con margini irrisori prestazioni salvavita, di routine, di diagnosi precoce, senza neppure essere rimborsato se non dopo anni ed anni. Non si riesce a capirne i motivi se non dettati da una rabbia istituzionale, da frustrazioni. Sono bravi, dobbiamo annientarli! Forse perché noi riusciamo dove loro falliscono. È lecito supporlo perchè razionalmente non si comprende perché abbiano dimezzato i budget, addirittura a fine anno, costringendoci a dimezzare il personale, messo clausole vessatorie del tipo “firmi il contratto ma rinunci alle azioni legali”. È una vera contraddizione: se al momento gli ospedali sono quelli delle Iene, perché non approfittare delle strutture che costano molto ma molto meno, per fornire i livelli essenziali previsti dalla legge per la popolazione?»