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L'arcivescovo di Toronto Frank Leo ha origini calabresi

L’arcivescovo di Toronto Frank Leo ha origini calabresi

di PINO NANO – «Credo che sarà una bella opportunità per promuovere quella che io chiamo la cultura degli incontri: ascoltare, incoraggiare, proporre. Ma dobbiamo fare tutto questo insieme. Non è una buona cosa arrivare con un piatto già pronto. I rapporti si costruiscono insieme. Credo nei “carismi”».

Cittadinanza canadese, ma sangue tutto calabrese. Suo padre – che oggi ha 81 anni – era partito per il Canada dalla Calabria esattamente sessant’anni fa. A Montreal aveva poi conosciuto la donna della sua vita, una giovane ragazza avellinese, e dalla loro unione era nato Francesco, che a Montreal è stato naturalmente dichiarato come Frank, Frank Leo. E che per la storia della Chiesa è il 14° Arcivescovo della Diocesi di Toronto.

Parliamo della più grande diocesi cattolica del Canada, una comunità di fede – ci spiegano all’Ambasciata Italiana a Toronto – fra le più diversificate del Nord America, un’area di non meno di2 milioni di cattolici, con quasi 400 sacerdoti che celebrano la messa in più di 30 lingue ogni settimana in 225 parrocchie, e che si estende da Toronto a nord fino a Georgian Bay e da Oshawa a Mississauga.Un ruolo dunque, per Padre Frank Leo, di primissimo piano nella storia della grande Chiesa Nord Americana.

«È con grande umiltà – dichiara Padre Leo subito dopo la sua nomina – che accetto questa nomina dal Santo Padre a servire i fedeli dell’arcidiocesi di Toronto. Ringrazio Papa Francesco per la fiducia che ha riposto in me. Questa è stata una nomina davvero inaspettata, eppure ho imparato, durante il mio sacerdozio ed il mio servizio alla Chiesa, che i piani speciali di Dio per noi si svolgono in momenti inaspettati che portano ad enormi benedizioni».

«Ringrazio il Cardinale Collins – ha aggiunto – per il suo continuo sostegno e per gli anni di fedele e stimolante servizio alla Chiesa. Invito i fedeli dell’arcidiocesi, una famiglia veramente diversa e bella, a pregare per me mentre mi preparo a unirmi a loro e a camminare insieme celebrando e condividendo la gioia e la bellezza della nostra fede. Siate certi delle mie preghiere per tutti voi».

Prima di essere chiamato da Papa Francesco alla guida dell’Arcidiocesi di Toronto Padre Leo era già vescovo titolare di Tamada ed ausiliare dell’Arcidiocesi di Montréal. Papa Francesco lo ha scelto dopo aver accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Toronto dal cardinale Thomas Christopher Collins, 76 anni, che proprio nei mesi scorsi aveva rassegnato al Santo Padre le sue dimissioni.

Alle spalle il nuovo Arcivescovo ha un curriculum di altissimo profilo istituzionale e professionale, non a caso in Vaticano ci parlano di lui come di una delle “eccellenze” di primissimo piano all’interno della Chiesa moderna.

Nato a Montreal il 30 giugno 1971 ,dopo  gli studi secondari il giovane Frank Leo ottiene un Diploma in Scienze Sociali. Consegue il Baccalaureato in Filosofia presso l’Institut de Formation Théologique de Montréal (IFTM), affiliato alla Pontificia Università Lateranense di Roma, e successivamente la Licenza e il Dottorato in Teologia, con specializzazione in Studi Mariani, presso l’International Marian Research Institute (Imri), affiliato al Marianum nell’Università di Dayton (Ohio).Viene ordinato sacerdote il 14 dicembre 1996 per l’Arcidiocesi di Montréal, dove ricopre diversi incarichi, prima vice-parroco di Notre-Dame-de-la-Consolata (1996-2001); poi amministratore della Parrocchia Saint-Joseph-de-Rivière-des-Prairies (2003-2005).

Cappellano della Scuola Roscelli e insegnante di religione del Collège Reine-Marie (2003-2005); e infine parroco di Saint-Raymond-de-Peñafort (2005-2006). Dal 2006 al 2008 torna in Italia alla Pontificia Accademica Ecclesiastica di Roma e segue i corsi di diritto Canonico e di Filosofia ottenendo la Licenza in Filosofia Storico-Critica. Entra, dunque, nel servizio diplomatico della Santa Sede, operando dapprima nella Nunziatura Apostolica in Australia (2008-2011) e poi presso la Missione di Studio della Santa Sede a Hong Kong (2011-2012). Rientrato a Montréal nel 2012, viene nominato Direttore e docente di Dogmatica del Seminario Maggiore, Direttore del Dipartimento di Diritto Canonico dell’Iftm e Vicepresidente dell’Opera diocesana per le vocazioni.

Ma dal 2013 al 2015 è  anche membro del Consiglio presbiterale, dando vita nel 2013 alla Canadian Mariological Society, di cui è anche Presidente.Ma non è tutto. Dal 2015 al 2021 diventa  Segretario Generale della Conferenza episcopale canadese, e nel 2021 riceve l’incarico di vicario generale e moderatore della Curia Arcidiocesana di Montréal.

A Montreal i giornalisti italiani ricordano ancora benissimo il discorso ufficiale che Padre Leo tenne al momento in cui diventò Vicario Generale a Montreal e poi subito dopo vescovo titolare di Tamada: «”Sono “figlio” di questa comunità e ne sono molto fiero, grato al Signore. Non dimentico mai chi sono, le mie origini, questo è molto importante. La comunità ha dato e dà ancora molto a tutta la città. Si è data molto da fare per il bene delle famiglie, un valore per noi molto importante. Grandi lavoratori, gli italiani hanno portato il senso della fede, della cultura, dei valori umani e non solo. Una comunità capace di fare grandi sacrifici».

«Ci hanno insegnato il rispetto, la fede, la dedizione, l’altruismo. Ha sofferto come hanno sofferto tutti gli emigranti, ha subito il razzismo, non sono sempre stati accolti favorevolmente ma hanno superato tutto questo, si sono dati da fare, per costruire una vita nuova senza dimenticare chi sono. Si sono dimostrati comptetenti in tanti settori della nostra società, quello economico, educativo, sociale, religioso, politico, portando un contributo prezioso allo sviluppo della città e della vita in Canada. Credo che la comunità italiana ha ancora molto da dare ma deve essere unita, deve avere il senso della solidarietà per il bene di tutti, non del singolo». 

Quanto basta, insomma, per capire che alla guida della più grande Diocesi del Canada c’è oggi un italo-canadese cresciuto con il senso dell’appartenenza, italiano più di tanti altri, e nel nostro caso specifico figlio morale anche della Calabria. (pn)