Le aziende del gruppo Sorgenia che operano nel settore delle bioenergie, in Emilia Romagna e Calabria, hanno aderito al protocollo di legalità sottoscritto tra il ministero dell’Interno e Confapi.
Si tratta di Sorgenia Biomasse, che si occupa dell’approvvigionamento e della tracciabilità delle biomasse utilizzate dagli impianti del gruppo, e Sorgenia Bioenergie, uno dei principali produttori italiani di energia rinnovabile da biomasse, con le tre centrali di Finale Emilia (Modena), Bando D’Argenta (Ferrara) e Mercure (Cosenza).
L’adesione al protocollo, che definisce un sistema di controlli e verifiche su base volontaria, rappresenta per il gruppo un’ulteriore garanzia contro ogni eventuale ingerenza della criminalità organizzata per la gestione delle risorse sui territori.
Il nostro impegno per «garantire legalità, trasparenza e sicurezza è ulteriormente sancito dalla sottoscrizione di questo protocollo», ha dichiarato Carlo Perri, Ad di Sorgenia Biomasse. Mentre Alberto Vaccarella, Ad di Sorgenia Bioenergie ha aggiunto che la firma di «questo protocollo è per noi un’ulteriore forma di salvaguardia dei territori in cui operiamo attraverso le nostre centrali».
Francesco Napoli, vice presidente di Confapi, nominato componente della cabina di regia istituita presso il Ministero dell’Interno ha infine evidenziato: il nuovo protocollo che «porta la firma del presidente nazionale della Confapi Cristian Camisa e del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi va nella direzione auspicata ovvero far sì che le operazioni di tutela economica e sociale si configurino come prassi per il bene della comunità in totale contrasto alle ingerenze criminali».
Gli impianti firmatari del protocollo sono situati in Emilia-Romagna e in Calabria. La centrale di Bando d’Argenta, in funzione dal 2001, produce ogni anno 180 GWh di energia, pari al fabbisogno medio di 27.000 persone. La centrale di Finale Emilia, in marcia dal 2016, converte in energia circa 135.000 tonnellate di biomassa solida all’anno. Il 78% proviene da scarti agricoli territoriali derivanti dall’agricoltura, che rappresentano dunque per gli operatori del settore una fonte di reddito integrativa anziché un costo di smaltimento. L’impianto del Mercure è, fra i tre, quello che assicura la maggiore produzione annua di energia (280 GWh) che proviene per la maggior parte da biomassa legnosa (380.000 tonnellate all’anno) fornita da produttori locali. (rcz)