;
Le condizioni di Bianca Rende per realizzare il nuovo Ospedale di Cosenza nell'ottica della cooperazione

Le condizioni di Bianca Rende per realizzare il nuovo Ospedale di Cosenza nell’ottica della cooperazione

di FRANCO BARTUCCIA proposito della realizzazione del nuovo Ospedale di Cosenza nella zona di Vaglio Lise, la consigliera della massima assise comunale Bianca Rende è intervenuta sul fatto che va tenuto conto che il tutto rientra nella realizzazione di buone politiche sanitarie.

«Le due cose camminano insieme – ha sostenuto la consigliera comunale – perché utilizzare i fondi a disposizione o reclamare la costruzione di un nuovo nosocomio efficiente e funzionale, non significa rinunciare a pretendere la dignità delle cure, che al momento manca in larga parte nei reparti di emergenza-urgenza. Siamo tutti personalmente a conoscenza (e non solo per sentito dire) delle drammatiche condizioni in cui versa il nostro pronto soccorso e non retrocediamo un solo passo dall’invocare le risorse e le assunzioni necessarie per garantire una risposta adeguata ai bisogni di cura di una popolazione così vasta ed oggi terrorizzata all’idea di lunghe attese e di mancanza di posti letto sufficienti».

«Ma non si può sottacere – ha aggiunto Bianca Rende – come la sicurezza degli spazi sia una componente fondamentale dell’assistenza sanitaria e rappresenta un elemento imprescindibile per l’erogazione di prestazioni di elevata qualità. Si parla ormai da anni di umanizzazione degli spazi di cura, guardando alla reazione psico emotiva del paziente (Renzo Piano ha di recente dichiarato: “In Uganda ho voluto fare un ospedale scandalosamente bello. Là dove andiamo a curare la nostra salute, abbiamo bisogno di assorbire la serenità dell’ambiente”), ma è innegabile l’incidenza di un minor fattore di rischio anche per gli operatori e l’incidenza di un minor tempo nell’interazione tra i due».

Un intervento che  non poteva poi affrontare il problema relativo al finanziamento necessario per la sua realizzazione ribadendo la richiesta, già formulata in conferenza dei capigruppo, per lo svolgimento di un Consiglio comunale aperto alla rappresentanza parlamentare e regionale, «perché – ha spiegato Bianca Rende – la questione sia portata all’attenzione del Governo centrale. È grave che dopo la richiesta di interlocuzione avanzata dal presidente di questo onorevole Consiglio, il Governatore Occhiuto, altresì commissario per la sanità, non abbia ritenuto di potere fornire una risposta puntuale e inequivocabile in merito alla disponibilità dei fondi annunciati. Un gesto della solita noncuranza che conferma la necessità che sull’argomento intervenga la parola autorevole del Governo nazionale, magari sollecitato da interrogazione ad hoc, non escludendosi la nomina di un commissario ad acta, come fatto per altre grandi opere».

Per Bianca Rende la localizzazione del nuovo Ospedale a Vaglio Lise rappresenta oggi  il sito più funzionale possibile.

«Fermo restando il mantenimento dei servizi sanitari all’interno della vecchia sede dell’Annunziata – ha dichiarato – è il sito più baricentrico e accessibile, grazie alla stazione ferroviaria e agli altri mezzi di collegamento ecosostenibili. Poi resta altresì quello più prossimo all’Università della Calabria. Dove gli iscritti al corso di Laurea in Medicina e tecnologie digitali saranno  chiamati a partire dal secondo anno a svolgere addirittura a Germaneto diverse attività di laboratorio. Le cose potrebbero cambiare in un’ottica di città diffusa (citando ancora Renzo Piano) già costituita, con una diversa distribuzione degli elementi di direzione strategica, ma ad oggi così non è per cui si trasformerebbe, fuori da un discorso organico, di pesi e contrappesi, in una semplice spoliazione di quanto previsto e ottenuto da decenni in sostituzione del vetusto nosocomio bruzio».

Un passaggio del suo intervento Bianca Rende lo ha riservato poi al dialogo tra Cosenza e Rende «che da sempre si svolge in forma competitiva – ha detto – e non  di cooperazione. Al netto di intitolazioni solo simboliche e dal sapore propagandistico, persino di fronte alla debolezza politica raggiunta procedendo singolarmente, i due nuclei urbani continuano a restare amministrativamente divisi e politicamente confliggenti».

Ora che sulla “polpetta” della Sanità territoriale si torna in modo maldestro, come già ieri sui giorni festivi di chiusura commerciale e persino sulla Fiera di San Giuseppe, o la disponibilità a una grande ospedalizzazione privata concorrenziale, diventa legittimo il sospetto di un’ennesima rendita elettorale conseguita attraverso l’ennesimo tentativo di progressiva spoliazione, come già avvenuto con l’Unical e  il Seminario arcivescovile, al di fuori di un qualsiasi comune riconoscimento amministrativo e rappresentativo di una conurbazione senza egemonie o vittimismi.

Bianca Rende ha ancora affermato che «la vera questione è rimasta politica ossia tra e chi e come gestirà il nuovo equilibrio e incremento di potere locale sulla Sanità pubblica che ne deriverà all’area urbana». E la consigliera comunale invita a parlarne subito “senza furbizie dialettali, se non vogliamo proseguire la “paesanizzazione” della “Atene di Calabria”.

Non c’è solo un quartiere di 20 mila abitanti (via Popilia) che ha problemi di ghettizzazione politica e tentazioni di liste “paesane”, facilmente imitabili domani nel quartiere San Vito e via degli Stadi e anche a Rende storica o altrove nel prossimo futuro. Anche il Quartiere San Vito – Campagnano di altri 20 mila abitanti, soffre di emarginazione e ha chiuso il Quartiere fieristico dopo avere rinunciato al grande Centro polivalente di formazione professionale gestito dai Salesiani.

Ma così il capoluogo e Rende diventeranno un “paesone” di frazioni incomunicabili attento solo alle buche e alla quantità di servizio idrico notturno, ma indifferente alle funzioni di quaternario o terziario pubblico avanzato, come dimostra la delusione della raffinata ma emarginata Stazione delle Ferrovie dello Stato di Sara Rossi, diventata, nell’indifferenza generale, un rifugio incontrollato per piccoli e grandi forme di inciviltà.

Non c’è più e solo l’esempio di Corigliano e Rossano – ha proseguito – dove già si avverte negli equilibri politici regionali la crescita del loro peso economico e politico in tutti i partiti, sindacati e associazioni di categorie. Dov’è già corrisposto non solo un contributo speciale del Ministero degli interni, bensì un premio morale di felice inizio effettivo dei lavori del nuovo Ospedale regionale che non corre più, come il nostro, finora pretesto di polemiche elettorali e protagonismi solitari, il rischio abbastanza sottovalutato e irresponsabile di revoca dei finanziamenti, nell’assenza di ogni procedura ad iniziativa governativa o parlamentare.

«Siamo la classe dirigente – ha concluso la consigliera Bianca Rende – a cui la città guarda con fiducia e che è chiamata ad un gesto di serietà e responsabilità politica alto, a costituire, nei fatti, le condizioni perché la qualità della vita dei nostri figli sia, per certi aspetti, migliore e più sicura della nostra. Ed il nuovo Ospedale di Cosenza, moderno, efficiente e tecnologicamente avanzato, rientra tra queste condizioni. Ma è tempo, soprattutto, di concludere una filastrocca da dormiveglia prima che il bambino si svegli da solo». (fb)