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Le Democratiche di RC: Su aborto la destra si dimostra antiprogressista

La Conferenza delle Democratiche dell’area metropolitana di Reggio Calabria, guidate dalla portavoce Barbara Panetta, hanno evidenziato come con l’approvazione dell’emendamento di Fdi con cui si prevede la presenza di associazioni anti abortiste all’interno dei consultori, luogo a cui le donne si rivolgono per sostegno e assistenza, è «una vera e propria violenza psicologica nei confronti delle donne e dei loro corpi, su cui la destra, ad ogni latitudine, immagina di imporre con la forza la propria ideologia autoritaria e cinica».

L’emendamento è stato approvato nel corso del voto di fiducia al Decreto Pnrr, inserita in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, presieduta dal forzista calabrese Giuseppe Mangialavori.

Per le Democratiche, infatti, «il diritto all’aborto è una libertà di scelta delle donne su cui non si torna indietro, immaginare di imprigionarla utilizzando i fondi del Piano di Ripresa e Resilienza è vergognoso!».

«Nei fatti, il tentativo di svuotare le libertà raggiunte dalla legge 194 – hanno proseguito – già messa a dura prova dall’alto numero di medici obiettori che spesso provoca il totale impedimento all’applicazione. Piuttosto che intervenire su tale deficit, garantendo la presenza di medici non obiettori in ogni struttura sanitaria, si punta a depotenziare ulteriormente gli strumenti di libertà a cui le donne si affidano per l’interruzione di gravidanza. Tra l’altro, considerando che l’art. 2 della legge 194 prevede già la possibilità di convenzioni con associazioni di volontariato in grado di aiutare la maternità difficile dopo la nascita, l’obiettivo della destra è, in tutta evidenza, totalmente ideologico».
«Le Democratiche di Reggio Calabria – hanno ribadito – si batteranno strenuamente contro questa visione, anche a livello regionale, affinché si annullino gli effetti di scelte politiche retrive e reazionarie. Non è pensando di elargire qualche piccola sovvenzione temporanea che si aiutano le donne nella loro scelta più dolorosa, ma aumentando semmai la presenza di psicologi in grado di assisterle nella loro decisione, qualsiasi essa sia, senza influenza alcuna, e garantendo la presenza dei consultori anche nelle aree più periferiche. Inoltre, riteniamo fondamentale rafforzare gli strumenti di assistenza sociale e abitativa».
«I fondi del Pnrr – hanno detto le Democratiche – ci aspettiamo siano impegnati per la solidarietà e la crescita sociale, il sostegno alle famiglie e alle donne lavoratrici e non certo per decisioni illiberali, diventerebbe un terribile controsenso.
 L’autodeterminazione delle donne non può divenire strumento ideologico di una destra sempre più votata alle negazioni delle libertà di pensiero e di scelta».
O«gni cittadina libera si mobiliti insieme a noi – hanno concluso – la lotta unitaria non può che partire dalla difesa dei diritti costituzionali e delle libertà democratiche e antifasciste». (rrc)