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Fortunato Lo Papa

Lo Papa (Fisascat Cisl Calabria): Trasferimento lavoratori della Leonardo Spa di Lamezia in Sicilia scelta scellerata

Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl Calabria, ha definito «scellerata» la decisione di trasferire in Sicilia i lavoratori della Leonardo Spa di Lamezia Terme.

Dopo diversi sit-in affiancati dalla Fisascat Cisl regionale per chiedere di accedere agli ammortizzatori sociali, la cooperativa con la quale sono assunti in subappalto, l’Ancr, ne ha disposto tramite lettera il trasferimento a partire dal sette gennaio nelle sedi di Catania.

«Una decisione scellerata e inaccettabile – ha dichiarato Lo Papa – che mortifica i lavoratori e che ancora una volta passa inosservata agli occhi di una multinazionale come la Leonardo Spa. Un’azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, il cui maggiore azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non può stare a guardare quanto succede nelle realtà a cui ha dato in subappalto il servizio di portierato».

Il settore è stato affidato prima alla SicurItalia, anch’essa un colosso, che poi lo ha a sua volta subappaltato alla cooperativa siciliana.

«Si sta giocando da troppo tempo sulla pelle dei lavoratori – ha incalzato Lo Papa – padri di famiglia che attendono ancora diverse mensilità e la liquidazione da parte della cooperativa con la quale erano assunti in precedenza. Lavoratori trattati come pedine, messi a lavorare per sei giorni al mese e costretti così a portare a casa una miseria. Ora, dopo i ripetuti appelli affinché potessero godere degli ammortizzatori sociali, il trasferimento. Oltre al danno la beffa».

Il tutto, mentre i lavoratori sono stati costretti ad utilizzare tutti i giorni di ferie disponibili e non hanno un contratto che rispecchi quanto previsto dal Ccnl.

«Basta giocare sulla pelle di chi lavora – ha concluso Lo Papa – e si suda il salario. La Leonardo Spa non permetta questi “giochetti” e queste violazioni di diritti. I lavoratori hanno il diritto di rimanere nella loro terra». (rcz)