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Lo stilista Anton Giulio Grande commissario straordinario della Fondazione Calabria Film Commission

Lo stilista Anton Giulio Grande commissario straordinario della Fondazione Calabria Film Commission

Prestigioso incarico (ma con prevedibili polemiche) per lo stilista lametino Anton Giulio Grande, che è stato nominato commissario straordinario della Fondazione Calabria Film Commission dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

La nomina di Grande, si legge nel decreto di nomina, «avrà efficacia per un anno e, comunque, fino alla individuazione del presidente secondo le procedure previste dalla normativa vigente».

Grande soddisfazione è stata espressa dal Comune di Lamezia Terme, guidato dal sindaco Paolo Mascaro, che ha evidenziato come «la notizia inorgoglisce l’intera comunità lametina che sarà magistralmente rappresentata dal suo
noto stilista che in questi anni ha sempre stupito grazie ad estro, professionalità e complessità di opera che lo hanno portato a conquistare scenari nazionali ed internazionali e che ora inizia una nuova avventura che di certo saprà affrontare con la determinazione e con la capacità di sognare che lo contraddistingue».

«Ad Anton Giulio – conclude la nota del Comune – auguriamo buon lavoro certi che riuscirà a rendere ancora più straordinaria quella Calabria che con lui è riuscita ad imporsi in diversi settori e che oggi potrà diventare magnete di richiamo per storia, cultura, leggenda anche grazie alla celere realizzazione degli Studios televisivi che potranno essere luogo di crescita dei talenti e di sviluppo dei territori».

Il promoter Ruggero Pegna, ha definito la nomina di Grande «una scelta sorprendente, ma tutta in positivo per varie ragioni.  Anton Giulio è una persona che possiede numerose qualità, oltre al talento riconosciuto a livello internazionale come creativo della Moda e stilista affermato. Tra le principali doti, ha caparbietà, intuito, fantasia, determinazione, serietà, gusto, capacità di riconoscere eleganza e qualità umane oltre che artistiche».

«Un insieme di caratteristiche che, certamente – ha spiegato – condizionano ed indirizzano verso l’alto ogni scelta, garantendo l’elevato spessore, il livello, gli effetti utili e positivi  di ciò che si realizza. Nel caso specifico, tutto ciò offre ampie assicurazioni sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo reale che, per la Film Commission, è quello di promuovere nel modo migliore la Calabria, la sua immagine, il suo patrimonio paesaggistico, storico, culturale. In fondo, cos’è la Film Commission, se non uno strumento innanzitutto finanziario per la crescita, lo sviluppo e la promozione del territorio attraverso il Cinema?».

«Chi vede questo organismo esclusivamente come un sostegno  al cinema commette un errore – ha evidenziato –. Sostegno sì, ma per girare in un determinato territorio, per mettere in risalto la bellezza, l’unicità, la particolarità dei luoghi, la loro gente, fare promozione turistica. Insomma, degli enormi spot visti da milioni di persone che, se di qualità, rimangono nella storia del cinema o della televisione, per sempre testimonial delle ambientazioni che hanno fatto da set. Possibilmente, anche per sostenere e promuovere talenti locali chi meglio di lui?».

«Nominare un calabrese – ha proseguito – che ama e conosce bene la Calabria (e non l’ha mai abbandonata), con le qualità che possiede Anton Giulio Grande, è certamente una scelta coraggiosa ma prestigiosa, un segnale importante in controtendenza con l’esterofilismo cronico di una certa politica, nell’ambito di un corretto progetto di valorizzazione delle nostre eccellenze umane e del nostro territorio».

«Chi l’ha detto che il presidente o commissario di una Film Commission – ha detto ancora – debba essere un regista o strettamente un uomo di cinema? Ho voluto dare un’occhiata in casa degli altri ed ho trovato che la Film Commission Piemonte è guidata da Beatrice Borgia, laureata in biotecnologie industriali con dottorato di ricerca in ingegneria genetica. In Sicilia, terra di celebri registi, il dirigente è un normale funzionario regionale».

«L’Apulia Film Commission – ha spiegato – è presieduta dall’architetto Simonetta Dello Monaco, mentre in Campania dalla giornalista Titta Fiore. La prestigiosa Roma-Lazio Film Commission da Luciano Sovena, avvocato in diritto dello spettacolo. Quella Toscana ha come presidente Stefania Ippoliti, che lo è pure della Italian Film Commission,  con diploma di maturità classica e lunga trafila in Confesercenti. L’elenco potrebbe proseguire, senza trovare da nessuna parte registi, attori o produttori cinematografici, il cui ruolo è, evidentemente ed ovviamente, ben diverso da quello di essere figura terza, cerniera tra mondo del Cinema, territorio, risorse da valorizzare».

«Sono certo – ha concluso – che il gusto di Anton Giulio Grande, l’essere una persone perbene, amante della bellezza e della Calabria, potrà consentire alla nostra regione di essere set di opere di prestigio, affrancando questa regione dai soliti luoghi comuni che la vogliono solamente terra maledetta, tra ‘ndrangheta e misfatti di ogni genere. Volutamente, non entro nel merito della sua specializzazione, che è chiaramente l’Alta Moda, credendo che il prestigio della sua figura e la sua autentica “calabresità” sprovincializzata, assurta a brand internazionale di eleganza, siano un ulteriore valore aggiunto di questa scelta. Per tecnicismi e burocrazia, non sarà certo solo. Credo da sempre nella bellezza, nello spessore e nell’Arte vera e, da artista qual è, Anton Giulio saprà dare un contributo sincero, spassionato e mi auguro migliore rispetto a chi, invece, spesso ha usato e usa la Calabria per le solite commedie all’italiana».

Polemica, invece, dai consiglieri regionali del Pd Nicola Irto, Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Raffaele Mammoliti, che hanno definito la nomina «un atto incomprensibile, nonostante la grande professionalità dello stilista».

«A prescindere dalle vicinanze politiche di Anton Giulio Grande – hanno spiegato – o al fatto che, stando almeno alle voci di corridoio, questa potrebbe essere una nomina a termine, rimangono tanti interrogativi. Intanto quali criteri di merito sono stato seguiti per arrivare alla nomina? Le qualità dello stilista non sono in dubbio nel suo campo, ma perché affidargli la Film Commission invece di un altro incarico più consono alle sue competenze? E poi: la giunta ha o non ha un’idea di sviluppo per la Film Commission e per la cinematografia calabrese? Anche in questo caso sarebbe opportuno sapere in che modo questo eventuale programma di sviluppo possa riconoscere nello stilista lametino la sua guida».

«Abbiamo la sensazione, purtroppo – hanno concluso – di trovarci davanti ad una nomina estemporanea, magari utile a puntellare qualche equilibrio politico, fatta guardando solo all’altisonanza della figura professionale, senza che dietro ci sia alcuna programmazione o idea di sviluppo. Ed è molto grave in un settore che meriterebbe ben altra attenzione». (rrm)