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Francesco Fortugno

Locri ha ricordato Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale assassinato nel 2005

Mantenere viva la memoria di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria che, nel 2005, fu assassinato dalla ‘ndrangheta. È stato questo il messaggio lanciato nel corso della commemorazione svoltasi a Locri, nella Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire, alla presenza di tanti cittadini e delle massime autorità istituzionali.

Dopo la santa messa di Suffragio, officiata da mons. Francesco Oliva, la giornata è proseguita con la deposizione della corona da parte delle istituzioni dello Stato a Palazzo Nieddu del Rio, ovvero il luogo nel quale diciassette anni fa Francesco Fortugno fu ucciso dalla ‘ndrangheta in un seggio nel quale si stavano celebrando le elezioni primarie de “L’Unione”.

A deporre la corona dello Stato – prosegue la nota – in quello che è sempre un momento particolarmente commovente, è stato il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, accompagnato dalla vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà, e dai familiari.

Presenti, tra gli altri il Questore, Bruno Megale, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Marco Guerrini, il direttore marittimo di Calabria e Basilicata Tirrenica, Giuseppe Sciarrone, il tenente colonnello dell’Esercito italiano, Francesco Montepaone, il Comandante del Nucleo Polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Mauro Silvari, il procuratore di Locri, Giuseppe Casciaro, il Senatore, Nicola Irto, l’onorevole Angela Napoli, il Consigliere regionale, Giacomo Crinò, il Consigliere metropolitano delegato, Rudi Lizzi, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, altri sindaci e amministratori locali della Locride.

«Anche quest’anno ci ritroviamo qui per ricordare il sacrificio di mio marito Franco – ha affermato Maria Grazia Laganà – in un momento di raccoglimento che è frutto di un preciso impegno assunto all’indomani di quel tragico evento che ha sconvolto la mia famiglia, ovvero offrire il segno di una comunità che non intende piegare la testa di fronte alla violenza della ‘ndrangheta e che, al contrario, attraverso la memoria dei propri martiri rinnova e moltiplica gli sforzi per realizzare il riscatto civile e sociale di cui questa terra ha grande bisogno».

«E, fino a quando avrò la forza – ha poi concluso la vedova Fortugno – continuerò a portare avanti questo messaggio di speranza che, nel segno di Franco, deve abbracciare e sostenere la comunità locrese e l’intera Calabria».

«È importante ricordare Fortugno perché simboleggia ciò che ha subito il territorio nel corso dei decenni ma al tempo stesso rappresenta l’impegno per affrancare la Calabria dal giogo della criminalità organizzata. Commemorare l’efferato delitto di Franco Fortugno è doveroso» ha detto il Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, che ha rivolto un pensiero ai giovani «affinché sappiano confrontarsi anche con l’orrore di questi fatti per trarne un insegnamento e uno stimolo a non arrendersi. Le istituzioni stanno facendo il massimo per contrastare la criminalità».

«Oggi non dobbiamo far cadere nell’oblio la memoria di Franco Fortugno, un uomo delle istituzioni che ha dato la vita nell’assolvimento del suo servizio. Dobbiamo riconoscenza a quest’uomo politico impegnato nella sanità, ma dobbiamo anche vincere la tentazione dell’oblio – ha affermato durante l’omelia il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva –. Ravvivare la memoria è fondamentale nel nostro contesto, soprattutto ai giovani a cui va ricordata la storia, perché la storia è fondamentale per vivere bene il presente».

«La vita di Fortugno – ha aggiunto il presule – continui ad essere testimonianza di fedeltà alle istituzioni. Ci sono tante persone che, nelle istituzioni, si impegnano incondizionatamente per servire la comunità. Dobbiamo essere riconoscenti a tutti coloro i quali (magistrati, forze dell’ordine, amministratori) si sono sacrificati per la collettività, come Fortugno. Ed esprimiamo gratitudine alla sua famiglia che ha sopportato il peso più gravoso».

«Abbiamo il dovere di mantenere viva la memoria di Franco Fortugno e con essa anche i drammatici momenti vissuti da questa comunità e dall’intera Calabria diciassette anni fa. Un pagina tra le più buie della storia recente di questa regione, colpita al cuore delle proprie fondamenta democratiche attraverso un efferato omicidio non a caso definito dalla Direzione nazionale antimafia, uno dei più gravi delitti politico-mafiosi della storia d’Italia», ha dichiarato Rudi Lizzi.

«Come Città metropolitana – ha poi aggiunto il rappresentante di Palazzo “Corrado Alvaro” – abbiamo inteso testimoniare con la nostra presenza i sentimenti di vicinanza alla famiglia Fortugno, all’onorevole Maria Grazia Laganà, ai suoi figli ed a tutta la comunità Locrese, in quella che è ormai diventata una giornata di memoria e riflessione collettiva, patrimonio condiviso di tutta la comunità calabrese. Un momento che richiama tutti noi, ciascuno per il proprio ambito di competenza, a moltiplicare l’impegno e lo sforzo quotidiano sul versante della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata».

«Un impegno che deve dispiegarsi prima di tutto sul fronte della promozione culturale e di ogni altra opportunità di conoscenza, formazione, confronto e dialogo che abbia quali attori protagonisti i nostri giovani. È a loro – ha poi concluso il consigliere metropolitano Lizzi – che oggi ci rivolgiamo, offrendo l’esempio di Franco Fortugno quale bussola da cui trarre orientamento ed ispirazione e ribadendo che questa terra ha tutte le carte in regola per garantire un futuro ed una prospettiva di benessere sociale ed economico alle giovani generazioni che faccia leva sulle tante energie positive in essa presenti e sui valori del merito e della cultura del lavoro».

Ultimo atto della manifestazione in ricordo di Francesco Fortugno si è celebrato al cimitero di Locri con la deposizione della corona dell’Assemblea legislativa calabrese da parte del consigliere regionale Giacomo Crinò, nella cappella che accoglie le spoglie mortali del vicepresidente del Consiglio regionale.  (rrc)