di EMILIO ERRIGO – Parrebbe che in Calabria, non solo Cristo si è fermato ad Eboli, (per dirla con Carlo Levi, ma che anche i diritti dell’Uomo e della Donna, dei Fanciulli e dell’Infanzia, non abbiano ancora potuto trovare concreta residenza, dimora e domicilio.
I fini e principi solennemente affermati sia nello Statuto delle Nazioni Unite, firmato il 26 giugno 1945 a San Francisco, a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Organizzazione Internazionale, entro in vigore il 24 ottobre 1945, e le successive dichiarazioni Universale dei Diritti Dell’Uomo (della Donna), con relativi Patti Internazionali, approvati e proclamati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, sembrerebbe che in Calabria, non siano ancora ben conosciuti e percepiti adeguatamente, nei loro significati universali, diritti proclamati, affermati e riconosciuti dal diritto internazionale convenzionale e Pattizio, a tutti i Cittadini Calabresi e non.
Andate a leggere questi due fondamentali testi giuridici, neanche tanti complicati a comprendere i contenuti. Se poi l’esperienza letteraria vi crea curiosità e interesse, così come prevedo, proseguite nel leggere la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo è relativa Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, adottati dall’Assemblea Generale Onu, il 20 novembre 1959.
Allora fu deliberato dall’Organo delle Nazioni Unite, più volte citato, di provvedere a diffondere e pubblicarne e distribuirne i testi in tutte le lingue possibili. Sono testi chiarissimi! Questa sintetica premessa giuridica di diritto internazionale pubblico, si ritiene utile per consentire ai Cittadini Calabresi, vicini e lontani, di memorizzarne i principi e valori universali.
Ora a mia opinione, in Calabria, non si riesce a comprendere il vero motivo, che impedisce a chi di dovere e potere, dovrebbe attuare, osservare e fare osservare, l’applicazione di tali fondamentali diritti. I diritti di libertà, sicurezza, pace e giustizia, non sono riservati a un limitato numero di esseri umani e viventi, ma in quanto universali, devono trovare una generalizzata ed estesa applicazione e godimento, tra tutti i componenti della Comunità Internazionale organizzata
In Calabria così come il buon Dio e l’ Onu, vogliono, non si è ancora completata l’opera di diffusione e applicazione di tali diritti umani, altrimenti ci sarebbe lavoro dignitoso per tutti, nessuno escluso, diritti di sicurezza garantiti, pace e giustizia umana generalizzata, potenze e prepotenze controllate, dominatori vigilati e vita civile assicurata.
Si è scritto e si scrive tanto su questo e altri quotidiani e libri specializzati, sulla Calabria e i calabresi, ma la mia sensazione e percezione è allo stato di una grande indifferenza generalizzata a tratti interessata.
Osservo, leggo e ascolto, da lontano da quasi 1000 km di distanza, cosa avviene in Calabria, sia perché ci sono nato, soprattutto in ragione di una incontrollata voglia di aiutare la mia e vostra Calabria a essere più attenzionata, non solo dalle Forze di Polizia e Magistratura, in verità sempre molto attente ed eccezionalmente impegnate ad affermare la Legalità e la Giustizia, contro il crimine incalzante e i criminali dominanti, ma anche per fare in modo di far conoscere e dar voce alle attese e diritti negati alla Calabria e ai Calabresi tutti.
In un giornale online ho letto dello stato di terremoto giudiziario e amministrativo, che si è abbattuto sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria, speriamo tanto che tanta determinazione e attenzione non generi altra indifferenza e malaffare in Calabria e che i diritti umani universali vengano per almeno in questo particolare stato di necessità e urgenza applicati e fatti valere e riconosciuti anche ai Calabresi di Reggio Calabria e delle altre 4 Province della Calabria. (er)
[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario di diritto internazionale e del mare, e consigliere giuridico economico e finanziario Internazionale]