di ENZO VITALE – Come lo potremmo definire il Premio Anassilaos alla Soprintendenza? Nella migliore delle ipotesi una sonora scivolata, dando per scontata la buona fede degli organizzatori, che vogliamo ancora credere non adusi al “servo encomio”. Il riconoscimento è un’offesa alla città: piuttosto che essere tutelata dalla Soprintendenza, Reggio è stata oggetto di interventi a lei lesivi, sia dal punto di vista prettamente urbanistico che da quello più generale culturale. Di ciò si hanno eclatanti esempi che, pur non entrando per brevità nel loro merito, è utile ricordare: pavimentazione del Corso Garibaldi, resti archeologici in piazza Garibaldi, Lido Comunale, progetto demolitivo su piazza De Nava. Sono casi di devastazione del centro urbano che tutti hanno sotto gli occhi e che non necessitano di ulteriori descrizioni.
Reggio è afflitta da troppi premi, il più delle volte autosollecitati, con una sostanziale perdita di credibilità del premiante. Il Premio Anassilaos si pone in questo svilente trend con l’aggravante che la motivazione del premio assegnato alla Soprintendenza è palesemente una forzatura.
Oltre agli esempi appena citati, di pubblico dominio, dobbiamo evidenziare due perle di saggezza urbanistica dei nostri. In conferenza dei servizi, nel corso dell’audizione della progettista della demolizione di piazza De Nava, arch. Giuseppina Vitetta, si è verbalizzato il concetto che di un manufatto storico, per conservarne la memoria, basta non mandare in discarica i resti della sua demolizione ma utilizzarli per una nuova costruzione. Tale concetto è stato fatto proprio dalla Commissione Regionale Cultura, presieduta dal segretario regionale del Mic, dott. Salvatore Patamia, e di cui era componente l’attuale soprintendente reggino, arch. Fabrizio Sudano. Quest’ultimo, forse resosi conto dell’enormità di quanto avallato, con una comunicazione formale diffusa anche sulla stampa, in un momento successivo ha cambiato idea, condividendo l’assunto presente nel progetto esecutivo su Piazza De Nava: il materiale lapideo di pregio, residuante della demolizione della piazza, non verrà usato per la sua pavimentazione bensì come “paracarri” ovvero dissuasore di parcheggio nelle strade adiacenti. Anche a queste perle di saggezza urbanistica viene assegnato il Premio Anassilaos.
Sulla base di queste documentate considerazioni, ritenendo che il Premio Anassilaos non dovesse essere attribuito alla Soprintendenza, ne chiediamo formalmente il suo ritiro, coerentemente peraltro con la posizione critica assunta in precedenza dall’Anassilaos sul progetto demolitivo della Soprintendenza su Piazza De Nava. Per coerenza, infatti, pur non entrando nel merito della risibile motivazione, non si sarebbe dovuto assegnare un premio a una struttura il cui operato si è in precedenza stigmatizzato. (ev)