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L'OPINIONE / Enzo Vitale: Va avanti il progetto demolitivo di Piazza De Nava

L’OPINIONE / Enzo Vitale: Va avanti il progetto demolitivo di Piazza De Nava

di VINCENZO VITALE – Dopo ben tre mesi dalla prima richiesta effettuata per Pec, dopo un sollecito effettuato dal legale della Fondazione Mediterranea e un minacciato esposto all’Autorità nazionale anticorruzione, Anac, forse anche a seguito dell’interpellanza parlamentare dell’on. Francesco Cannizzaro, finalmente la Soprintendenza reggina si è decisa a dare riscontro positivo all’accesso agli atti. Si è così ottenuto il link di accesso per visionare il progetto esecutivo della prevista demolizione di piazza De Nava.

Ma perché tanta ritrosia a rendere di pubblico dominio qualcosa che è nel diritto della cittadinanza conoscere? Si capisce leggendo le carte, quelle prodotte dopo la chiusura della Conferenza dei Servizi, nel cui verbale conclusivo si prometteva di rendere meno impattante il progetto esecutivo: non vi è stata alcuna revisione progettuale e, con un banale copia e incolla, si va spediti verso la distruzione della memoria architettonica reggina della ricostruzione dopo il sisma del 1908, nonostante l’unanime OdG del Consiglio Comunale che rispecchia l’orientamento dell’assoluta maggioranza della cittadinanza.
In poche parole, dell’attuale piazza De Nava non resterà nulla ovvero verrà spianata a zero per realizzarvi al suo posto uno “spazio aperto” in cui ospitare “mostre ed eventi folkloristici”.
Le parole rassicuranti del Segretario regionale del Mic, dott. Salvatore Patamia, e del Sovrintendente reggino, arch. Fabrizio Sudano, non hanno un riscontro fattuale. Si aveva ragione, quindi, a non dare loro credito. I nostri hanno scientemente mentito alla cittadinanza o si sono semplicemente arrampicati sugli specchi per tentare di giustificare l’ingiustificabile distruzione della memoria civica e dell’identità dei luoghi?
Un’unica concessione è stata fatta, ma è un plateale insulto al buon senso oltre che ai canoni urbanistici. I pilastrini non verranno buttati in discarica (le transenne si) ma saranno riutilizzati come “paracarri” o dissuasori di parcheggio sui marciapiedi delle vie adiacenti alla piazza: Romeo, Tripepi e Vollaro. Che mesta fine per un esempio di architettura razionalista italiana voluta da Camillo Autore per cordonare la sua piazza De Nava.
Testuale dal progetto: “La nuova collocazione permette l’utilizzo dei pilastrini con funzione di paracarri che eviteranno il parcheggio sui marciapiedi. Il mantenimento nell’invaso dello spazio di Piazza De Nava ne preserva il valore di testimonianza storica”. È la linea sostenuta in Conferenza dei Servizi: per mantenere la memoria di un insieme architettonico è sufficiente il riutilizzo del suo materiale lapideo di pregio, non più da usare per la pavimentazione, come allora proposto dall’arch. Vitetta, ma restaurato e usato come “paracarri”. Che vergogna.
Ma c’è dell’altro. Come ben evidente nel rendering, in ben cinque riproduzioni si vede chiaramente il basamento della statua mutilato delle simmetriche fontane in stile liberty. I nostri travet della Soprintendenza devono rispondere alla cittadinanza, se non in sede giudiziaria, di questo loro accanimento distruttivo e giustificarlo, se riescono, in un pubblico dibattito.
Essere buoni servitori dello Stato significa anche ammettere i propri errori e porvi riparo in un’ottica di maggiore interesse della collettività, senza trincerarsi in proposizioni offensive del comune buon senso oltre che di condivisi canoni estetici ed urbanistici. (ev)