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L’OPINIONE / Francesca Straticò: Schlein e gli alibi da seguaci di vecchi schieramenti

«Si pensi a investire per le strade e le ferrovie prima di fare conferenze spot su un progetto di ponte costosissimo, dannoso, anacronistico», Queste le parole di Elly Schlein alla Camera.

La segretaria Schlein, pur giovane e propositiva di quel che le piace definire il “nuovo corso” del Pd, parla come una vecchia parlamentare della Democrazia cristiana o dell’Ulivo o del vecchio Partito comunista italiano.

Ricorda, infatti, alcuni interventi alla Camera o al Senato di noti riferimenti storici di tali schieramenti politici, caratterizzati dal comune approccio: «prima di realizzare il Ponte sullo Stretto occorre completare l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, l’autostrada Palermo – Messina, occorre garantire le risorse per le Ferrovie in Sicilia e in Calabria; occorre dare copertura ad opere come la 106 Jonica o la Palermo – Agrigento Caltanisetta o l’alta velocità ferroviaria in Sicilia».

Ora, premettendo che per il Mezzogiorno tanto deve essere ancora fatto, e che opere come il Ponte sullo Stretto possono validamente costituire il presupposto dei necessari adeguamenti infrastrutturali ad oggi necessari, v’è da evidenziare che grazie alla Legge Obiettivo (Legge voluta nel 2001 da un Governo non democristiano, né comunista) quelle opere o sono state realizzate o hanno trovato adeguate coperture, almeno fino al 2015 mentre successivamente con l’arrivo dei Ministri Del Rio, Toninelli, De Micheli e Giovannini tutto si è bloccato.

Le parole della Schlein appaiono essere, dunque, la riproposizione del tipico alibi dei seguaci di vecchi schieramenti ma oggi sentirle dalla giovane segretaria di un Partito che si professa “riformista”, appare incomprensibile.

Legittimo, dunque, il dubbio che, nel caso specifico, non si sia solo in presenza di una, malauguratamente comprensibile, ignoranza delle opere avviate nel Sud prima del Ponte, ma che si tratti invece di un sostegno di quella parte del Pd che flirta con il Movimento 5 Stelle e che, evidentemente, contempla una “decrescita” del Mezzogiorno, ignara o forse colposamente indifferente, all’impatto che questa contemplata decrescita avrebbe sull’intero Paese, mantenendo fermi alcuni tragici indicatori come il costo del denaro ed il reddito pro capite (17.000 euro a Caltanisetta e 38.000 euro a Bergamo).

Certo, in questo modo il Partito della Schlein può mantenere ferma quella soglia del consenso che, pur irrilevante in termini percentuali, con il contributo dell’astensionismo, le lascia ancora il ruolo di protagonista di un centrosinistra dai contorni sempre più incerti e sfumati ma, cara Elly, siete ben lontani dall’interpretare compiutamente i reali bisogni di un Paese in rapido mutamento e, certamente, siete ancor più lontani da quel “riformismo” di cui stentate a comprendere il vero significato.

Forse un giorno riuscirete a vedere il futuro sviluppo di questo Paese, ma non prima di imparare a distogliere lo sguardo da quello sterile utilitarismo, così lontano da attesi ideali politici e così responsabile di tanta astensione. (fs)