di GALILEO VIOLINI* – Un comunicato dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale ha presentato le spiegazioni del presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, e del commissario Guido Longo su come funziona il sistema dei flussi di dati, ribadendo la regolarità delle comunicazioni al Ministero della Salute.
Queste spiegazioni di una difformità rilevata da alcuni organi di stampa tra dati del Sistema di monitoraggio e dati della Regione e del Ministero della Salute, hanno confermato la validità della spiegazione da me proposta martedì in una breve nota. Quindi, non sono certo da annoverare tra quelli che alimentano falsi allarmismi o fomentano sterili polemiche. Questo mi permette di richiamare l’attenzione su due aspetti del comunicato. Il primo è l’inconsistenza del confronto tra il numero totale delle persone sottoposte a test ed il numero complessivo dei tamponi.
Il comunicato afferma: «Ovviamente il numero dei soggetti testati sarà inferiore al totale dei test eseguiti. Basta visionare il bollettino quotidiano del ministero della Salute per accorgersi che, proprio per questo motivo, non nella Regione Calabria, ma in tutte le Regioni d’Italia, esso è ovviamente di gran lunga inferiore».
Nulla da eccepire sull’ovvietà della prima affermazione. La veridicità della seconda dipende da una sua analisi grammaticale. Se si intendeva dire che non solamente nella Regione Calabria ma dovunque quel numero è di gran lunga inferiore, la tabella seguente che trascrive i dati dell’ultimo Bollettino del Ministero della Salute, mostra che non è così.
Regione o
Provincia |
Persone
Testate (N1) |
Test effettuati (N2) | N1/ N2 | N2 – N1 |
Lombardia | 3.997.531 | 9.917.506 | 0.40 | 5.919.975 |
Veneto | 1.711.091 | 7.454.378 | 0.23 | 5.743.287 |
Campania | 2.986.222 | 4.567.390 | 0.65 | 1.581.586 |
Emilia-Romagna | 1.813.308 | 5.844.292 | 0.31 | 4.030.984 |
Piemonte | 1.751.527 | 4.169.691 | 0.42 | 2.415.164 |
Lazio | 4.090.708 | 6.468.899 | 0.63 | 2.378.191 |
Puglia | 1.151.084 | 2.333.975 | 0.49 | 1.182.891 |
Toscana | 2.091.141 | 4.359.704 | 0.48 | 2.268.563 |
Sicilia | 1.597.306 | 4.142.986 | 0.39 | 2.545.680 |
Friuli Venezia Giulia | 660.427 | 1.911.323 | 0.35 | 1.250.896 |
Liguria | 607.236 | 1.507.599 | 0.40 | 900.363 |
Marche | 697.461 | 1.169.786 | 0.60 | 472.325 |
Abruzzo | 637.199 | 1.485.257 | 0.43 | 848.058 |
P.A. Bolzano | 404.159 | 1.443.928 | 0.28 | 1.039.769 |
Calabria | 747.367 | 810.139 | 0.92 | 62.772 |
Sardegna | 721.898 | 1.224.781 | 0.59 | 502.883 |
Umbria | 365.383 | 1.232.797 | 0.30 | 867.414 |
P.A. Trento | 199.768 | 785.670 | 0.25 | 585.902 |
Basilicata | 194.478 | 351.803 | 0.55 | 157.325 |
Molise | 188.058 | 220.408 | 0.85 | 32.350 |
Valle d’Aosta | 59.757 | 120.140 | 0.50 | 60.383 |
Ricordando che la popolazione del Molise è di solamente 300000 abitanti, parrebbe quindi che l’unica interpretazione possibile del comunicato è che nelle (altre) regioni italiane il numero totale delle persone testate è di gran lunga inferiore a quello dei tests effettuati, ma non in Calabria.
La seconda osservazione è sull’uso del numero dei contagi e dei decessi per 10000 abitanti, a partire inizio della pandemia, per sostenere che la Calabria sarebbe addirittura in posizione privilegiata rispetto al resto d’Italia. Un’analisi su un periodo così lungo sarà forse interessante per chi ne scriva la storia, ma forse fuorviante perché voglia valutare la situazione attuale.
In Calabria, a partire dal 27 febbraio, i casi attivi hanno registrato settimanalmente variazioni in aumento, tendenza che solamente si è interrotta con l’inizio di maggio.
27 f – 6 m | 6.13 m | 13-20 m | 20-27 m | 27 m-3 a | 3-10 a | 10-17 1 | 17-24 a | 24 1- 1m | 1-8 m |
281 | 826 | 1062 | 1554 | 1029 | 1353 | 1283 | 845 | 484 | -1390 |
Rispetto al 27 febbraio e fissando l’attenzione sull’11 maggio, i casi attivi sono passati da 6134 a 13263, i ricoveri da 186 a 414 e i ricoveri in terapia intensiva da 17 a 29.
Nello stesso periodo, in Italia, i casi attivi hanno cominciato a registrare un’ininterrotta riduzione settimanale a partire dal 27 febbraio in Umbria e Molise, dal 6 marzo in Abruzzo, dal 13 marzo nella provincia di Trento, dal 20 marzo in Friuli Venezia Giulia, dal 27 marzo in Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto, dal 3 aprile in Emilia-Romagna e Toscana, dal 10 aprile in Lazio, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta.
Ricordare questi dati non è allarmismo, ma realismo. (gv)
*Docente di Fisica all’Università della Calabria