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Tamponi Covid a Cosenza

L’OPINIONE/ Galileo Violini: Osservazioni realiste e non allarmiste sul Covid-19 in Calabria

di GALILEO VIOLINI* – Un comunicato dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale ha presentato le spiegazioni  del presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, e del commissario Guido Longo su come funziona il sistema dei flussi di dati, ribadendo la regolarità delle comunicazioni al Ministero della Salute.  

Queste spiegazioni di una difformità rilevata da alcuni organi di stampa tra dati del  Sistema di monitoraggio e dati della Regione e del Ministero della Salute, hanno confermato la validità della spiegazione da me proposta martedì in una breve nota.  Quindi, non sono certo da annoverare tra quelli che alimentano falsi allarmismi o  fomentano sterili polemiche. Questo mi permette di richiamare l’attenzione su due aspetti del comunicato. Il primo è l’inconsistenza del confronto tra il numero totale delle persone sottoposte a  test ed il numero complessivo dei tamponi.  

Il comunicato afferma: «Ovviamente il numero dei soggetti testati sarà inferiore al totale  dei test eseguiti. Basta visionare il bollettino quotidiano del ministero della Salute per  accorgersi che, proprio per questo motivo, non nella Regione Calabria, ma in tutte le  Regioni d’Italia, esso è ovviamente di gran lunga inferiore».  

Nulla da eccepire sull’ovvietà della prima affermazione. La veridicità della seconda dipende da una sua analisi grammaticale. Se si intendeva dire  che non solamente nella Regione Calabria ma dovunque quel numero è di gran lunga  inferiore, la tabella seguente che trascrive i dati dell’ultimo Bollettino del Ministero della  Salute, mostra che non è così.

Regione o 

Provincia

Persone 

Testate (N1)

Test effettuati (N2 N1/ N N2 – N1
Lombardia  3.997.531  9.917.506  0.40  5.919.975
Veneto  1.711.091  7.454.378  0.23  5.743.287
Campania  2.986.222  4.567.390  0.65  1.581.586
Emilia-Romagna  1.813.308  5.844.292  0.31  4.030.984
Piemonte  1.751.527  4.169.691  0.42  2.415.164
Lazio  4.090.708  6.468.899  0.63  2.378.191
Puglia  1.151.084  2.333.975  0.49  1.182.891
Toscana  2.091.141  4.359.704  0.48  2.268.563
Sicilia  1.597.306  4.142.986  0.39  2.545.680
Friuli Venezia Giulia 660.427  1.911.323  0.35  1.250.896
Liguria 607.236  1.507.599  0.40 900.363
Marche 697.461  1.169.786  0.60 472.325
Abruzzo 637.199  1.485.257  0.43 848.058
P.A. Bolzano 404.159  1.443.928  0.28  1.039.769
Calabria 747.367 810.139  0.92 62.772

 

Sardegna 721.898  1.224.781  0.59 502.883
Umbria 365.383  1.232.797  0.30 867.414
P.A. Trento 199.768 785.670  0.25 585.902
Basilicata 194.478 351.803  0.55 157.325
Molise  188.058 220.408  0.85 32.350
Valle d’Aosta 59.757 120.140  0.50 60.383

 

Ricordando che la popolazione del Molise è di solamente 300000 abitanti, parrebbe quindi che  l’unica interpretazione possibile del comunicato è che nelle (altre) regioni italiane il numero totale  delle persone testate è di gran lunga inferiore a quello dei tests effettuati, ma non in Calabria. 

La seconda osservazione è sull’uso del numero dei contagi e dei decessi per 10000 abitanti, a partire  inizio della pandemia, per sostenere che la Calabria sarebbe addirittura in posizione privilegiata  rispetto al resto d’Italia. Un’analisi su un periodo così lungo sarà forse interessante per chi ne scriva  la storia, ma forse fuorviante perché voglia valutare la situazione attuale. 

In Calabria, a partire dal 27 febbraio, i casi attivi hanno registrato settimanalmente variazioni in  aumento, tendenza che solamente si è interrotta con l’inizio di maggio. 

27 f – 6 m  6.13 m  13-20 m  20-27 m  27 m-3 a  3-10 a  10-17 1  17-24 a  24 1- 1m  1-8 m
281  826  1062  1554  1029  1353  1283  845  484  -1390

 

Rispetto al 27 febbraio e fissando l’attenzione sull’11 maggio, i casi attivi sono passati da 6134 a  13263, i ricoveri da 186 a 414 e i ricoveri in terapia intensiva da 17 a 29.  

Nello stesso periodo, in Italia, i casi attivi hanno cominciato a registrare un’ininterrotta riduzione  settimanale a partire dal 27 febbraio in Umbria e Molise, dal 6 marzo in Abruzzo, dal 13 marzo nella  provincia di Trento, dal 20 marzo in Friuli Venezia Giulia, dal 27 marzo in Lombardia, Marche,  Piemonte e Veneto, dal 3 aprile in Emilia-Romagna e Toscana, dal 10 aprile in Lazio, Liguria, Puglia e  Valle d’Aosta. 

Ricordare questi dati non è allarmismo, ma realismo. (gv)

*Docente di Fisica all’Università della Calabria