di GIACOMO SACCOMANNO – Reggio Calabria, punta di un iceberg politico del malaffare che ha colpito quasi tutta la Calabria e la Nazione. Non si tratta di risvolti penali che ben sappiamo hanno dei paletti tali che difficilmente potranno sfociare in serie e dure condanne. Il problema è morale! Può un candidato, che dovrebbe rappresentare il popolo, essere colluso con la criminalità e chiedere a questa sostegno? Certamente no. Ma, le indagini, pur essendo ben consapevoli che vi sono tre gradi di giudizio e, quindi, l’indagato deve considerarsi innocente, dimostrano che spesso le elezioni si vincono grazie all’appoggio della ‘ndrangheta!
È questo il punto cruciale: l’etica della politica che è scomparsa. Vi è solo tanta arroganza, prepotenza, mediocrità e interessi personali. Manca una visione d’insieme delle strategie per far crescere una regione. Si vive alla giornata! Questo è il male endemico di quasi tutta l’attuale e la passata classe dirigente. È impressionante come si discuta solamente della collocazione in questo o quel misero posto, invece di utilizzare le migliori risorse umane e professionali per riscrivere la storia del nostro glorioso territorio. Ed ecco poi la necessità di chiedere sostegno a chi riesce a controllare pacchetti di voti e circa il 20-30% del consenso popolare.
Questa è la storia che non può negarsi. E la vera politica non può sottrarsi da una riflessione forte: possiamo cambiare, possiamo riportare la discussione a livelli alti, possiamo riscrivere la nostra storia e il nostro futuro? È difficile, ma per riuscirci dobbiamo essere onesti e valutare seriamente il nostro passato e l’attuale presente. La mediocrità regna sovrana, tanto da farci rimpiangere i vecchi statisti come Misasi, Mancini, Valensise, Rende, Principe ecc. Perché? Semplice, loro avevano alle spalle una grande esperienza e una visione vera della politica. Oggi non esiste esperienza seria e non esiste alcuna strategia o concezione del presente o del futuro! Una regione che non ha piani turistici, agricoli, infrastrutturali, ambientali, ecc., come pensa di poter andare avanti e gestire una meravigliosa terra che, però, negli ultimi decenni è stata distrutta dalla mano incapace dell’uomo!
Oggi, se vi fosse una classe dirigente all’altezza, invece di fare polemiche del tutto inutili, si dovrebbe chiedere al nostro Governatore Roberto Occhiuto, eletto democraticamente, di aprire un tavolo regionale e stilare le priorità della Calabria e tutti assieme sostenere quelle iniziative indispensabili. Invece, contrasti, slogan e polemiche inutili, per poi chiedere, sottobanco, molto probabilmente, sostegni personali. Così non va! E la povera gente muore di fame, le persone, se fortunate, corrono fuori regione per curarsi, i giovani scappano. Si grida contro l’Autonomia differenziata senza forse conoscerla bene e senza voler comprendere che potrebbe sempre migliorarsi. Però si dimentica di parlare di cose molto più gravi come i morti nel mare dei disperati, la mancata integrazione, una vita disumana nei ghetti, le morti sul lavoro, la povertà crescente, la mancanza di lavoro professionale, la mancanza di formazione per le categorie completamente scoperte, la difesa della nostra agricoltura e gastronomia, la valorizzazione dei beni culturali, l’assenza di adeguata sanità e la carenza di medici e infermieri, le infrastrutture carenti con centinaia di morti sulle nostre strade, i suicidi nelle carceri e l’inadeguatezza di queste, la carenza della depurazione e l’inquinamento marino, la criminalità dilagante anche tra i giovanissimi, l’aumento del traffico e dell’uso della droga, l’assoluta mancanza di un piano Calabria!
E potremmo continuare: questa regione è abbandonata da decenni e la classe dirigente finora non è stata all’altezza. Ed, allora, unico rimedio è un tavolo di lavoro, un laboratorio di intelligenze, per discutere delle priorità e operare tutti assieme. Ed, infine, la vicenda di Reggio Calabria dimostra che la coscienza civile è sparita: dinnanzi a un possibile condizionamento delle elezioni i partiti avrebbero dovuto intervenire drasticamente e non tollerare quanto accaduto. Invece, il silenzio assoluto! Nessuna parola di conforto o difesa di Nino Minicusi che è stato, certamente, danneggiato dagli accadimenti e che, se dovessero confermarsi le ipotesi di reato, è da ritenersi parte offesa. E se ciò dovesse accadere, la Lega sarà al suo fianco non potendo tollerare situazioni del genere che portano alla morte della democrazia. Molti non comprendono che il consenso facile può soddisfare nell’immediato, ma a lungo andare è una droga che uccide. (gs)
[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]