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Costantino Fittante

L’OPINIONE / Giuseppe Soriero: Umanità e politica nel ricordo di Costantino Fittante

di GIUSEPPE SORIERO – Signorilità dei modi e forte passione politica: così ricordo la personalità di Costantino Fittante, parlamentare della Repubblica, Consigliere regionale della Calabria, autorevole dirigente del PCI e della sinistra.

Sento di sottolineare le doti umane di una figura di tanto rilievo nella storia politica, istituzionale e civile della regione ancor più oggi in questa fase segnata, in Calabria più che altrove, da sbiadite fotocopie prive di solidi ancoraggi politici, da discussioni generiche e inconcludenti sui grandi temi dell’antifascismo, dell’autonomia delle Regioni, del rapporto tra politica e intellettuali.

Altri amici e compagni hanno già efficacemente ricordato quanto il percorso di Fittante sia coinciso con l’evoluzione dei caratteri democratici della comunità regionale, dagli anni ’60 ai giorni nostri.

Io ho avuto modo di conoscerlo subito appena rientrato a Catanzaro, dopo la laurea in architettura a Napoli. per impegnarmi come giovane funzionario del PCI. A incoraggiarmi tra gli altri fu proprio Fittante che assieme a Giovanni Lamanna e Franco Politano era impegnatissimo a qualificare il ruolo della federazione di Catanzaro nel nuovo gruppo dirigente regionale guidato da Franco Ambrogio che, assieme a Tommaso Rossi, Francesco Martorelli, Peppino Guarascio e altri autorevoli personalità, tenacemente si misurava sulla sfida per quegli anni ardua protesa a rafforzare e rinnovare il PCI  e contemporaneamente a contribuire da protagonisti alla costruzione di una originale alleanza democratica e antifascista, dopo i moti drammatici del ’70.

Fittante uomo di parte politica e uomo delle istituzioni, fu tra coloro che propugnarono subito l’antifascismo come valore ispiratore di nuove e più ampie aggregazioni civili e culturali per dare legittimità popolare al nuovo Istituto regionale. Il legittimo dibattito odierno sui vistosi limiti ed errori del regionalismo, non può limitarsi all’ambito delle leggi e dei regolamenti, ma deve saper affrontare  la ricucitura del rapporto interrotto tra istituzioni e popolo.

È stato questo il faro delle classi dirigenti dopo il 1970 ispirati dall’autorevolissimo appello all’autocritica espresso da Enrico Berlinguer nella Conferenza nazionale tenuta a L’Aquila nel 1972.

Così assieme a Fittante e altri giovani dirigenti ci impegnammo a ricercare il contatto diretto con i lavoratori, con la diffusione dell’Unità e la partecipazione agli scioperi dei forestali e dei giovani in cerca di lavoro. E all’impegno militante, sia chiaro, corrispondeva di necessità la lettura dei giornali, lo studio attento dei testi, la frequenza periodica alla Scuola di formazione delle Frattocchie.

Attento alle istanze dei lavoratori – suscitò scalpore sulla stampa la presenza di Fittante, Presidente della III Commissione del Consiglio regionale, davanti a Palazzo Europa nel 1978 a fianco dei Forestali e dei Sindacati per il lavoro e lo sviluppo.

Egli contemporaneamente seppe essere tra i più attenti e tenaci interlocutori degli intellettuali e delle energie universitarie. Forte delle proprie competenze di amministratore, Fittante rispettava la competenze dei tecnici e apriva spazi di dialogo di cui poteva giovarsi la politica, per non razzolare nel genericismo.

È il caso di ricordare che proprio negli anni della formazione dell’Istituto Regionale, dalla elaborazione dello Statuto alle leggi per l’avvio della Programmazione, proprio Fittante fu incaricato a organizzare le prime tappe di discussione con Edoardo Salzano, Vezio De Lucia e Giuseppe Orlando sulla pianificazione del territorio e sulla priorità del recupero delle zone interne e dei centri storici, mentre lungo le coste e nelle periferie urbane dilagavano il cemento e l’abusivismo di speculazione, che apriva le porte alle incursioni della mafia.

Nel 1977 Catanzaro ebbe l’onore di ospitare la Conferenza nazionale dei Consigli regionali segnando un messaggio alto nella ripresa del dibattito meridionalista e nel confronto ravvicinato con importanti provvedimenti approvati dal Parlamento: per la riforma dell’intervento straordinario (legge 183), per investimenti riconversione industriale (legge 675) e per la formazione e il lavoro dei giovani (legge 285).

Il rispetto delle competenze per Fittante rientrava nel sua convinta propensione al  rispetto più generale dei rapporti umani, anche nei confronti degli avversari.

Non a caso pensò a Riforme, democrazia e diritti come i cardini essenziali cui ispirarsi  per dare nome all’associazione da lui fondata successivamente.

E il suo impegno associativo trovo anche nuovi interlocutori autorevoli a livello nazionale in questi anni, attraverso l’associazione degli ex Parlamentari e quella degli ex Consiglieri regionali, poiché il suo assillo era quello di rispondere alle superficiali banalizzazioni sulla casta con la dimostrazione dell’utilità e del valore dell’associazione, promuovendo una ricerca importante condotta assieme alla Svimez sui “Giovani talenti” che si formano e resistono in Calabria costruendo esperienze di eccellenza nell’impresa giovanile più innovativa.

Questa forse è l’eredità più impegnativa che ci lascia Costantino Fittante ironico e tagliente, puntiglioso sostenitore delle proprie idee e convinto propugnatore del dialogo come leva preziosa per qualificare sia la politica che la società civile. (gs)

[Giuseppe Soriero è già Segretario regionale e componente la Direzione del PCI]