;
L'OPINIONE / Raffaele Malito: Elly Schlein ha portato una ventata di freschezza al Pd

L’OPINIONE / Gregorio Corigliano: La Schlein ed il presente

di GREGORIO CORIGLIANONon è semplice per nulla risolvere il problema europeo Fitto-Meloni: ha implicazioni politiche di immensa caratura. C’entra la Meloni, la destra europea, la sinistra ma anche la Schlein ed il Pd.

E questo perché proprio quest’ultimo partito sta vivendo un momento di ripresa superiore ad ogni aspettativa. Non sono solo le difficoltà interne alla maggioranza di governo che portano all’attenzione del Paese la giovane leader del Pd, ma soprattutto le speranze che si colgono a piene mani sul futuro del Nazareno. Diventa ogni giorno che passa una chiara alternativa ad un governo alle prese con guerriglie interne, complotti, problemi giudiziari di non poco conto. E questo perché Elly Schlein ha saputo impostare impegni e programmi che sembrano ave messo fine alle correnti ed ai tronconi in cui il partito lasciato da Renzi, da Zingaretti e da Letta era diviso, compresi i cacicchi di recente memoria. Adesso sembra esser tornati ai tempi in cui Roberto Morrione, storico direttore di Tg Rai, si era preso la briga di coordinare e condurre in porto le battaglie di Prodi e Veltroni o quando Marco Minniti e Franco Marini si incontravano a Piazza del Gesù per dar vita all’attuale creatura politica che, com’era giusto che fosse, non pochi problemi sta creando alla Meloni. Problemi politici perché per quelli di altro genere si sanno organizzare da soli, da Lollobrigida, alla Santanchè, a Fazzolari, a Sangiuliano e compagnia.

C’è voluta la Schlein che Susanna Turco ha appena chiamato “L’imprevista” nella sua ultima fatica letteraria. Ai cosiddetti esterni, I’imprevista davvero sia nella scalata ai vertici, sia nel non consentire di perpetuare antichi rituali. Lo stesso Bonaccini, pur capace e impegnato, adesso coordina politicamente il modo di essere oggi di quell’Ulivo, che aveva portato Prodi e successori a sconfiggere un modo di pensare, figlia di quella ibridazione tra culture diverse. Sembra esserci piena consonanza, ribadisce la giovane leader ( è nata nel 1985!) nel rapporto col pensiero cattolico e democratico, con quanto il Papa ha scritto in “Laudato Sì”.

E cioè dare ascolto ai poveri, ai migranti, ai temi dell’ambiente e così via. Non si è risparmiata un giorno, consapevole della necessità degli sforzi necessari da fare (e fatti) per essere credibile. Ha finito? Certo che no, ma rispetto a quando si è misurata ed ha vinto la sfida con i vecchi cacicchi passi in avanti ne sono stati fatti e parecchi. Deve continuare la battaglia intrapresa, non può interrompere mentre la luce si intravede ed altre sorprese arriveranno, già si profilano all’orizzonte grazie anche alle fatiche iniziate ed avviate e da concretizzare. E’ importante, però, che si proceda con l’intendimento di raggiungerle le mete che dovranno dare alla società ed al Paese le soddisfazioni che fino ad oggi non sono arrivate o, peggio, sono andate deluse.

Anche la stessa “vicenda Fitto” non può filare “liscia e striscia” come fosse una questione che deve affrontare e risolvere solamente il Pd. La Schlein, per questo, vuole giustamente vedere le carte. Non si può sostenere sic et simpliciter che il Pd si deve far carico del ruolo che tocca all’esponente dei Fratelli d’Italia che, dopo ave lasciato il Movimento giovanile della DC, dove avevamo fatto esperienza comune ed aver maturato con successo altre esperienze di grande rilievo, ha scelto la destra per proseguire il suo impegno politico e di governo. Probabilmente la soluzione è quella della rinuncia da parte di Meloni della vicepresidenza esecutiva per Fitto così da tener conto che il Pd è opposizione in Italia e maggioranza in Europa.

Non si può rompere l’unità a sinistra e non ci espone all’accusa di non fare l’interesse del Paese. L’impegno europeista da parte del ministro in carica dovrebbe essere scontato. Lo sarà? (gc)