di MARIA LIMARDO – La situazione economico-finanziaria del Sistema bibliotecario vibonese impone una presa di coscienza e scelte coraggiose non più procrastinabili, se si tiene al bene dell’istituzione. La condizione pesantemente debitoria, cristallizzata dall’ultimo consuntivo approvato e comunicata dal presidente uscente Fabio Signoretta, certifica nei fatti l’impossibilità, per il Sbv, di poter imboccare una strada di concreto risanamento. Non si può più nascondere la testa sotto la sabbia, ritengo che l’approccio debba essere diverso.
Questa delicatissima fase necessita di essere governata per invertire il corso di un pericoloso vortice debitorio che, stando alle prospettive, potrebbe addirittura arrivare al milione di euro, come d’altronde anticipato a suo tempo dal precedente presidente, Corrado L’Andolina che aveva anche denunciato una grave situazione amministrativa e contabile.
Penso di poter parlare a nome di tutti se dico che nessun ente, nella nostra provincia, è in condizione di accollarsi una fetta di quel debito, e così stabilire un nuovo corso finalizzato al rilancio del Sbv. È infatti evidente l’impossibilità di proseguire nell’attività con una così pesante zavorra debitoria. Questa situazione appena descritta e contenuta nell’ultimo consuntivo, è giunta quindi a conferma di quanto, purtroppo, sapevamo già un anno fa, quando proposi, inascoltata, di costituire un comitato esterno – magari con l’appoggio della Prefettura – capace di tracciare una linea di demarcazione netta, un prima e un dopo, e proporre decisi percorsi solutori.
Ora ci ritroviamo esattamente a quel punto, anche se va riconosciuto il lavoro e l’impegno profusi dal presidente Signoretta in quest’anno di attività. Il 6 febbraio prossimo è prevista l’elezione del nuovo presidente. Per tutte le ragioni che ho appena esposto, considero sbagliato proseguire su questa strada utile solo a prolungare l’agonia, a rinviare un problema col quale, prima o poi, dovremo fare i conti. Dunque, voglio ribadire la mia idea. L’unica via d’uscita da questa situazione di impasse resta di avviare tutte le procedure necessarie per giungere ad una liquidazione dell’ente, a causa dell’impossibilità di ripianare la posizione debitoria.
Solo una volta chiuso questo capitolo, il Sistema bibliotecario vibonese potrà rinascere: non importa se con un nome nuovo, con un nuovo statuto, sotto altre forme associative. L’interesse principale, il dovere della politica, deve essere quello di consentire ad una istituzione culturale prestigiosa di poter continuare ad operare ed offrire servizi alla cittadinanza prescindendo dalle secche nelle quali è stata cacciata e non riesce ad uscire nonostante l’impegno da ultimo profuso dal presidente Signoretta. E soprattutto, di continuare a farlo a Vibo Valentia, che è e resterà sempre il punto di riferimento, per mille ragioni, dell’intera provincia, perché anche sulla questione della sede, una volta azzerato tutto, si potrà nuovamente trovare la soluzione migliore, perché il Sistema bibliotecario non si deve muovere da Vibo Valentia. (ml)
[Maria Limardo è sindaco di Vibo Valentia]