di MARIA TERESA IANNELLI – Gentile Direttore, nell’articolo sopra citato leggo una serie di notizie nei miei riguardi, non corrispondenti al vero diffuse dal prof. Pino Ceravolo anche con toni diffamatori (mi riservo azioni legali). Lo stesso Ceravolo, con disinvoltura, mancato rispetto delle regole e dello statuto, sta cercando di distruggere la Biblioteca Calabrese che negli anni, grazie al suo fondatore Nicola Provenzano e ai suoi successori, è diventata un’eccellenza a livello regionale e nazionale.
Il prof. Ceravolo stravolgendo regole e spirito della Biblioteca Calabrese, come voluta da Provenzano, che tra i suoi fondatori volle illustri cittadini di Soriano e intellettuali esterni di chiaro prestigio, alimenta il peggiore “localismo” al fine di potere trasformare un’Eccellenza culturale in un piccolo luogo di tensioni e di conflitti. La mia storia, la mia attività, il mio impegno parlano per me. Pure con pochissimi mezzi e tante difficoltà, negli ultimi anni ho contribuito- -assieme al Direttivo formato da professionisti sorianesi e al Comitato Scientifico (che come me hanno operato a titolo volontario), con finanziamenti di progetti da me elaborati-a pubblicare due numeri annuali della rivista Rogerius, i Quaderni di Rogerius, ad organizzare convegni, mostre, presentazione di libri che hanno avuto risonanza nazionale, a fare schedare e scansionare libri antichi.
Il prof. Ceravolo che non ha mai partecipato alla vita della Biblioteca, pensava ad una gestione personalistica, disinvolta e ad alla quale, per fortuna, i primi a dire no sono stati gli organi collegiali costituiti anche da sorianesi. La Biblioteca Calabrese deve restare una istituzione autonoma, libera da condizionamenti politici, plurale, aperta, inclusiva, radicata in una città di cultura, arte, monumenti, affascinante per la sua storia religiosa, artigianale, artistica, culturale, gastronomica (aspetti sempre messi da me e dagli altri in risalto); e nello stesso tempo inclusiva, aperta al mondo intellettuale esterno, calabrese e nazionale.
Deve tornare ai principi ispiratori del suo padre fondatore, collegarsi, senza perdere la sua identità, alle istituzioni pubbliche, ai Musei, alle Biblioteche. Deve diventare meta di studiosi, studenti, docenti, cittadini di Soriano e di ogni parte d’Italia. Se ne faccia una ragione, il prof. Pino Ceravolo, che, forse immagina di poter usare la Biblioteca per affermare una sua idea angusta di cultura, che nel Vibonese non ha lasciato un buon nome e nessuna traccia. (mti)
[Maria Teresa Iannelli è direttrice della Biblioteca Calabrese di Soriano]