di ORLANDINO GRECO – Sono molti che discutono di Mezzogiorno d’Italia, di divari socio-economici e di arretratezza tecnologica, tanto da scomodare grandi uomini come De Gasperi, Saraceno o Salvemini nel tentativo di sperimentare nuovi modelli d’intervento straordinario a risoluzione di quella che ancora per molti è la ‘questione meridionale’.
Differenze e distanze, diversità e disparità, mancanze e incompetenze, sono tangibili e certificate da qualsiasi indicatore e dato statistico. Sono cambiate le parole, forse si inizia a considerare il Sud come parte integrante del sistema Paese, molti cominciamo a capire che il Sud può essere la soluzione di una “questione” nazionale. E sì, si intravedono spiragli nelle prospettive e visioni future ma tuttora nessuna azione certa, programmazione o agenda di governo che definisca linee guida immediate e soprattutto risolutive.
In questo quadro desolante solo la voce di ’Italia del Meridione’, che da sempre ha rappresentato il Sud, è stata presente delle piazze del meridione senza farne slogan ma diventandone baluardo missione e visione. IdM s’inserisce non in un campo ideologico ascrivibile al centrodestra o al centrosinistra, bensì in quel campo di idee che sintetizzano e valorizzano le diversità culturali, in un’ottica meridionalista.
‘Meridione fuori questione’ non è soltanto un’inversione di termini ma di prospettive, non si parla e si scrive sul Meridione ma si agisce per il Meridione. Ed ecco che anche il paradosso di Zenone ha una sua risoluzione, matematicamente provata, dove: la somma degli infiniti spazi (le vocazioni, le singolarità) colma la distanza (reale o presunta), un divario (voluto e calcolato), tra Sud e Nord superabile attraverso l’esplicazione delle proprie forze e proporzionale alle proprie peculiarità.
Fuori dai proclami e dagli slogan, si deve ritornare alla politica del fare, costruire, agire!. (og)