Venerdì 30 dicembre, a Malvito, alle 17.30, nella Sala Consiliare del Comune, l’Associazione Arci Paeseggiando Aps – Ets presenta il progetto Mangrovie: RigenerAzioni e Sinapsi, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Calabria.
Quadro di riferimento globale: l’Agenda 2030 che rappresenta il nuovo impegno nazionale e internazionale teso a trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del pianeta, quali l’estrema povertà, i cambiamenti climatici, il degrado dell’ambiente e le crisi sanitarie.
Gli Obiettivi generali, le aree prioritarie di intervento e le linee di attività sono quelli presenti nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. Che cos’è l’Agenda 2030?
È un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 Settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvato dall’ Assemblea Generale dell’Onu.
Essa rappresenta una buona base comune da cui partire per dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
L’Agenda è costituita da 17 Obiettivi generali. «Noi abbiamo scelto i nn.2, 12 e 13 – ha spiegato l’Associazione – selezionando le aree prioritarie di intervento e le linee di attività in coerenza con le finalità del nostro Statuto. Gli Obiettivi hanno una validità globale. Riguardano, infatti, tutti i Paesi e le componenti della società, dal settore pubblico a quello privato, dagli operatori dell’informazione e della cultura alla società civile».
«Il Progetto – ha continuato l’Associazione, presieduta da Marisa Callisto – è l’espressione di come temi globali possono trovare applicazione pratica e concreta in soluzioni locali con il duplice vantaggio di contribuire a risolvere i problemi mondiali della povertà, ineguaglianza e dei cambiamenti climatici. Non si può continuare a pensare che il mondo siano solo le nostre realtà locali. Esiste un mondo fuori, al di là dei nostri confini, che non può essere ignorato. Entrambi sono strettamente interconnessi e interdipendenti».
«Tale consapevolezza – ha concluso – è il primo passo verso un cambiamento, intanto di mentalità, da cui non si può prescindere se non si vuole rimanere affossati in se stessi. Ciò significherebbe dichiarazione di morte certa. Diceva qualcuno: “Pensare globale, agire locale”. Che non significa rinnegare la propria Identità e le proprie tradizioni ma semplicemente contestualizzarle». (rcs)