di SANTO STRATI – Una grande festa di giovani, ragazzi e ragazze in rappresentanza della scuole italiane, ma soprattutto i ragazzi di Calabria che sentono il “loro” Presidente partecipe di un evento che significa soprattutto ripartenza. Come ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la scuola riapre, il Paese riparte.
La giornata di ieri significa soprattutto scuola “in presenza” dopo mesi di sacrifici, rinunce, drammi con una didattica a distanza (dad) non assistita tecnologicamente in modo particolare nelle regioni meridionali, un’esperienza per molti versi traumatica che certamente avrà ripercussioni nella formazione dei nostri ragazzi. Lo stesso presidente Mattarella ha evitato di parlare dell’inaccettabile divario nord-sud che marchia vergognosamente la scuola in Calabria e nelle regioni del Mezzogiorno, né dei cervelli in fuga: il segnale importante è stata la scelta di Pizzo Calabro – in una scuola che ha formato e forma uno straordinario capitale umano – e quindi la presenza in una Calabria dimenticata da Dio e dagli uomini (politici) dove – lo ha sottolineato il Capo dello Stato – la rete è praticamente inesistente in molti territori. Servono investimenti nella scuola – ha detto il Capo dello Stato – per costruire nuovi istituti e per ampliare la formazione: la cultura e la conoscenza costituiscono la base del futuro che i nostri giovani hanno il diritto di sognare. Occorre basare sul merito la crescita, perché la scuola insegna a essere italiani in quanto è il primo strumento di integrazione e coesione.
È stato bello vedere in televisione tanti ragazzi festosi, allegri, consumati attori padroni della scena, per nulla intimiditi dalle telecamere (a qualcosa i social sono pur serviti) a mostrare la parte più bella del Paese: questa “meglio gioventù” che ha creduto di poter tornare a scuola in presenza e, soprattutto, il riconoscimento a quanti lavorano nella scuola (circa un milione e mezzo) che non hanno mai chiuso le porte degli istituti, operando senza soste per far sì che per dieci milioni di studenti si potessero, com’è avvenuto ieri, riaprire le scuole. Ed è stato suggestivo vedere gli spettacoli preparati dai ragazzi insieme con i loro insegnanti: c’è passione civile, voglia di raccontare e raccontarsi, di condividere storie ed emozioni, perché la scuola è soprattutto crescita di relazioni sociali. La scuola non fornisce solo il bagaglio culturale per la professione futura, ma soprattuto forma i cittadini di domani. E quanto si è visto a Pizzo Calabro, mentre solcava il mare davanti alla scuola la stupenda nave scuola Amerigo Vespucci, permette di essere più che ottimisti: questi ragazzi sono straordinari e meravigliosi, senza distinzione di aree geografiche, ma uniti dalla stessa suggestione e dall’orgoglio di esserci e di essere protagonisti.
«Oggi – ha detto Mattarella – è un giorno speciale, di speranza e di impegno per l’intero Paese. Quest’anno a essere speciale è l’anno che comincia. Voi tornate tutti in aula. Dopo le tante sofferenze la ripartenza delle scuole è il segno più evidente della ripartenza dell’Italia. Con le scuole ripartono e si riallacciano i fili che si erano interrotti, anzitutto lo studio, ma anche le relazioni e le amicizie, e questo trasmette energia a tutta la nostra Comunità nazionale. La scuola è ossigeno della società, il suo funzionamento è specchio di quello del Paese, abbiamo una scuola di valore, grazie agli insegnanti, al personale, agli studenti, sappiamo che ci sono aspetti che vanno migliorati, soffriamo ritardi antichi, inefficienza, diseguaglianze, non mancano le capacità per superarle. Nella scuola che riparte bisogna dare continuità alla formazione digitale, la società ha bisogno di crescere nelle conoscenze digitali, l’intera società, non solo alcuni ambiti ristretti. In alcuni territori la rete non arriva o arriva male, con le risorse dell’Ue si può correggere questa inaccettabile situazione».
In buona sostanza, la scuola – ha detto Mattarella – «non riguarda solo voi che la frequentate: il suo funzionamento è specchio di quello del Paese. Abbiamo una scuola di valore grazie alla dedizione del personale e all’impegno di voi studenti». Il Presidente ha sottolineato che «Ci sono state assunzioni di insegnanti e personale Ata, molte aule sono state adeguate, sono stati realizzati interventi strutturali. Tutte risorse impiegate per avere una scuola più moderna, per rendere più sicuri gli edifici scolastici: investimenti “doverosi” ma che dovranno assumere continuità.
Non è mancato un riferimento alla pandemia: «Ha causato tanto dolore, ancora conduce a morte decine di nostri concittadini ogni giorno, ha creato povertà nuova, ha ridotto le opportunità; i giovani, i ragazzi, i bambini hanno pagato un prezzo molto alto. Non dimenticheremo quello che è accaduto. Ma non dobbiamo neanche perdere il ricordo delle esperienze positive che sono derivate dal comune impegno, dal coraggio, dalla solidarietà che tanti hanno dimostrato. E il mondo della scuola è stato un esempio di passione civile e solidarietà».
Infine, la considerazione che deve muovere la politica: «La scuola non è un capitolo accessorio: è assolutamente centrale in un piano di ripartenza. Le conoscenze e la cultura delle giovani generazioni costituiscono il volano migliore per il domani di tutti voi – ha detto rivolgendosi ai ragazzi –. Senza impegni concreti, senza assunzioni di responsabilità – ha sottolineato il Capo dello Stato – non può esserci cambiamento. Lo tengano a mente i futuri governanti della Calabria: investire nella formazione significa scegliere la strada giusta, per andare più veloci, nella crescita e nello sviluppo che non sono poi così impossibili, e offrire condizioni e prospettive di vita a chi vuole studiare, lavorare, crescere e invecchiare nella propria terra. Dimentichiamo di tutti gli anni perduti, indietro non si può tornare, è ovvio, ma guardare a un domani migliore si può. È questo il senso del messaggio che lancia dalla Calabria e lascia in Calabria Mattarella. Grazie, Presidente. (s)
IL DISCORSO INTEGRALE DI MATTARELLA