Il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, ha ribadito come «il tema della città unicaon può essere agitato strumentalmente per interessi politici ed elettoralistici di parte».
«La realizzazione della città unica è, infatti, una questione di enorme valenza per il futuro delle comunità interessate che, quindi, deve essere trattato con serietà e responsabilità al fine di perseguire unicamente ed esclusivamente l’interesse dei cittadini, garantendo lo sviluppo armonico del territorio ed una crescita sociale, economica e culturale equa, serena e determinata», ha detto ancora, a margine del confronto telefonico avuto con il presidente del Consiglio comunale di Rende, Gaetano Morrone, sul tema della città unica a seguito della presentazione della PL a firma dei consiglieri regionali di centrodestra.
«La proposta di legge presentata dai consiglieri regionali di centrodestra – ha proseguito Mazzuca – genera dubbi e non poche perplessità per diverse ragioni e sotto molti punti di vista. Certamente è intempestiva e lacunosa! Intempestiva perché, per intanto, non si è posta come la risultanza di un serio ed approfondito confronto istituzionale. Ritengo, infatti, veramente grave e lesivo della ruolo istituzionale che ricoprono i Comuni ed i loro organismi democraticamente eletti, voler procedere sul percorso legislativo senza riconoscere, appunto, la sovranità dei Consigli Comunali delle città interessate. Rispetto a ciò non può che essere prioritario il pronunciamento dei Consigli Comunali, subordinando tempi e contenuti della costituzione di Città Unica ad una leale ed ampia intesa istituzionale».
«Non si può immaginare, in ultimo – ha aggiunto – ed ecco perché ritengo la Pl anche lacunosa, una fusione tra Comuni che genera una Città Unica con un aggregato superiore a 100mila abitanti, da realizzare sulla base di una normativa vigente che è dimensionata esclusivamente a misura dei piccoli Comuni».
«Stiamo decidendo il futuro dei nostri territori – ha concluso il presidente Giuseppe Mazzuca – che non può essere lasciato, quindi, all’improvvisazione, per interessi elettoralistici e di partito». (rcs)