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Medicina all'Unical, la benedizione della Chiesa cosentina

Medicina all’Unical, la benedizione della Chiesa cosentina

di PINO NANOVerso il policlinico Universitario dell’Annunziata di Cosenza, «la Chiesa guarda a questa scelta  con grande speranza e ne incoraggia l’attuazione». In una nota ufficiale diffusa da Don Enzo Gabrieli, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, storico direttore responsabile del Settimanale “Parola di Vita” e di “Radio Jobel InBlu”, (quindi la “voce” più accreditata della Chiesa cosentina), si legge che «La Chiesa che è in Cosenza-Bisignano nella persona dell’Amministratore Apostolico, monsignor Giuseppe Piemontese, dei diretti collaboratori e di quanti operano nelle cappellanie degli ospedali e nel ministero della consolazione, guarda con grande speranza all’accordo Unical-Azienda Ospedaliera firmato dopo il parere del Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi per l’avvio di percorsi universitari che riguardano l’ambito della Sanità e incoraggia tutti a proseguire insieme in questa direzione».  

Una presa di posizione dunque “senza se e senza ma”, precisa, formale, come forse nessuno si sarebbe mai aspettato, e in cui si spiega che «La Calabria soffre tantissimo per i ritardi e il debito sanitario e questa scelta politica ed istituzionale va salutata come un vero e proprio segnale di speranza e di prospettiva concreta per uscire dal pantano di una sanità malata che spinge tanti a viaggi verso altre regioni e all’emigrazione sanitaria non solo dei degenti ma anche dei tanti medici, docenti e personale infermieristico». 

Tutto questo – sottolinea la nota di don Enzo Gabrieli – impone una consapevolezza assoluta che è questa: «Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte affinché questo percorso possa realizzarsi speditamente nell’ambito della tutela della salute dei cittadini, nella formazione del futuro personale, nella possibilità di offrire, attraverso una alleanza tra le Istituzioni Accademiche e del territorio». 

Solo così «la Calabria intera e non solo la provincia di Cosenza potrà risalire le classifiche che la pongono la fra le ultime regioni italiane nella cura del malato».

Ma la nota di don Enzo Gabrieli va ancora molto oltre il semplice giudizio di merito, e sacralizza una volta per tutte una difesa dell’Arcidiocesi di Cosenza ad oltranza della scelta effettuata in favore del Campus di Arcavacata.

«La Chiesa cosentina è certa che, insieme all’alta formazione accademica e la grande ricerca scientifica offerta dai docenti e dal prestigioso Ateneo di Arcavacata, si terranno presenti gli altrettanti importanti risvolti dell’impegno sanitario che sono l’umanizzazione della cura, la centralità del malato e la serenità degli operatori anche per quella umana soddisfazione personale che incentiva la scelta di restare a servire questa terra».

Chi pensava che la Chiesa sarebbe rimasta “lontana” dal dibattito di queste ore scoprirà invece che la Chiesa cosentina ha fatto la sua scelta, e a differenza di quanto accadeva una volta, ha affidato la sua posizione ad una nota ufficiale “perché tutti sappiano”. (pn)