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Michele Albanese

Michele Albanese, il giornalismo come missione

Michele Albanese, apprezzato giornalista del Quotidiano del Sud, da sei anni è costretto a vivere sotto scorta per le minacce espresse contro di lui dalla mafia. È un calabrese tosto che crede nel suo lavoro, come missione di civiltà e di condivisione al servizio della collettività. L’informazione oggi più che mai è debole e mostra una maggiore fragilità rispetto alle insiedie della malavita organizzata e del malaffare che vorrebbe mettere a tacere le voci non gradite. È un figlio di cui la Calabria deve andare orgogliosa, un esempio per le nuove generazioni di giornalisti che si spera sempre non debbano subire intimidazioni o minacce da chicchessia nello svolgere correttamente e onestamente quello che rimane il mestiere più bello del mondo.

«Sei anni. – ha dichiarato Albanese a giornalistitalia.it –.  2190 giorni inseguendo la verità …una vita normale e tanta voglia di libertà…Oggi giusto sei anni che vivo blindato, tra mille rinunce che per alcuni, invece, sono favori che mi vengono elargiti. Tempo che ho vissuto rispettando le regole che mi sono state imposte. Ed in questi anni quante cose ho perso, quanti contatti, quanti rapporti umani e professionali.
Un tempo sospeso che spero un giorno di poter recuperare tornando a gustare quelle piccole cose che un uomo libero ha, ma anche cercando di dare tutto me stesso per affermare sempre il maleodorante puzzo delle mafie e della nauseabonda mentalità, che vedo si sta sempre più allargando».  (s)