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Nicola Barone: L'intelligenza artificiale tra etica e innovazione

Nicola Barone: L’intelligenza artificiale tra etica e innovazione

Quella dell’Intelligenza Artificiale è, ormai, un tema di grande rilevanza su cui ancora non si sa abbastanza. Sono tantissimi gli interrogativi intorno a questo settore che, se da una parte può essere rivoluzionario, dall’altro potrebbe provocare danni non indifferenti. Dalla Calabria sono numerose le voci autorevoli che si sono espresse in merito alle potenzialità e all’aiuto non indifferente che potrebbe portare l’IA alla regione. A intervenire su questo, stavolta è Nicola Barone, presidente di Tim San Marino, figura di spicco nel panorama delle telecomunicazioni, che ha recentemente assunto il prestigioso incarico di Vicepresidente del Quadrato della Radio, con deleghe specifiche per i rapporti istituzionali. Argomenti che poi snocciolerà in modo più approfondito il prossimo 28 novembre, nel corso del convegno “Innovare Responsabilmente: Dialoghi su Intelligenza Artificiale ed Etica,” che si terrà all’Università di San Marino.

-Ing. Barone, che cos’è l’intelligenza artificiale?

«L’IA rappresenta una frontiera di straordinaria importanza, capace di trasformare radicalmente le nostre società, economie e persino il nostro modo di concepire l’esistenza umana».

-Si dibatte molto sul suo impatto a livello etico e religioso. Che ne pensa?

«Dal punto di vista etico, l’IA solleva interrogativi significativi. Basti citare la questione della responsabilità nelle decisioni autonome delle macchine: chi risponde degli errori commessi da un sistema di IA? Inoltre, è imperativo garantire che lo sviluppo dell’IA avvenga nel rispetto dei diritti umani, evitando bias e discriminazioni insite nei dati e negli algoritmi. La trasparenza e l’equità devono essere principi guida nella progettazione e nell’implementazione di queste tecnologie. Dal punto di vista religioso, l’IA pone domande profonde sulla natura dell’uomo e del divino. Alcune tradizioni religiose potrebbero vedere nella creazione di entità autonome una sfida ai concetti di anima e coscienza. È necessario un dialogo aperto e rispettoso tra teologi, eticisti e scienziati per affrontare queste tematiche e trovare un terreno comune che rispetti le diverse sensibilità».

-E sul fronte dell’innovazione tecnologica?

«L’IA rappresenta un motore di crescita senza precedenti. Le sue applicazioni spaziano dalla medicina alla finanza, dalla logistica all’educazione, promettendo di aumentare l’efficienza, ridurre i costi e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, è fondamentale che gli Stati valutino attentamente i rischi di ulteriori squilibri indotti da questa tecnologia dal potenziale così dirompente. Squilibri che possono generarsi sia all’interno delle singole nazioni, sia tra nazioni stesse. Occorre, quindi, bilanciare, attraverso un opportuno sistema di regole nazionali ed internazionali, l’opportunità di sfruttare l’IA come motore di evoluzione e benessere, con la necessità di garantire equità sociale e interessi collettivi».

-Quindi si potrebbe dire che l’IA rappresenta non solo un’occasione di crescita e sviluppo, ma anche per una riflessione?

«Sì. Questo perché l’intelligenza artificiale offre opportunità straordinarie, ma richiede anche un’attenta riflessione su temi etici, religiosi e tecnologici. Solo attraverso un approccio equilibrato e inclusivo potremo sfruttarne appieno il potenziale, garantendo al contempo il benessere e i diritti di tutti i cittadini». (bv)