In Calabria è emergenza acqua. È quanto è emerso dai risultati del Censimento delle acque per uso civile 2020 dell’Istat, che ha delineato un quadro preoccupante per la nostra regione.
Dal censimento, infatti, è emerso come i calabresi hanno a disposizione non oltre di 227 litri di acqua pro capite. Un fatto causato probabilmente dalle continue perdite idriche comunali – ormai all’ordine del giorno – che, per l’Istat, si attesta al 45,1%. In sostanza, dell’acqua immessa in rete, un volume pari a 346.367 metro cubi, di quella erogata per uso autorizzato è soltanto di 190.324.
Andando ancora più nello specifico, a livello Provinciale, si può vedere come a Catanzaro, a fronte di un volume d’acqua messo in rete di 18.472 metri cubi (pari a 582 litri pro capite), 9.500 metri cubi (299 litri pro capite) vengono erogati per usi autorizzati, registrando una percentuale sui volumi messi in rete del 48,6%. Le perdite idriche vanno da 25 a 39 metri cubi al giorno per chilometri di rete. A Cosenza, dei 14.200 metri cubi di acqua messa in rete, 9.780 vengono erogati per usi autorizzati, con una percentuale del 31,1%. Le perdite idriche si attestano da 40 a 59 metri cubi al giorno. Crotone, insieme a Vibo Valentia, sono le due città calabresi in cui viene erogata meno acqua in rete: a Crotone è pari a 7.234 metri cubi, a Vibo 5.855. A Reggio la percentuale di volumi messi in rete è del 47,6%.
Questa è solo una piccola parte di quello registrato dall’Istat: «A fronte di un volume di acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile pari a 8,1 miliardi di metri cubi (373 litri per abitante al giorno) – si legge – a causa delle perdite gli utenti finali dispongono di 4,7 miliardi di metri cubi di acqua erogata per usi autorizzati (215 litri per abitante al giorno), comprendente gli usi sia fatturati sia non fatturati (tra gli altri, fontanili, lavaggio strade, antincendio)».
«I volumi distribuiti si riducono di circa un punto percentuale rispetto al 2018 – si legge ancora –. Le perdite totali in distribuzione (differenza tra volumi immessi ed erogati) sono pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete, rilevando una situazione pressoché stazionaria a livello nazionale (42,0% nel 2018). Nei distretti idrografici della fascia appenninica centro-meridionale e insulare, nonché nelle regioni del Mezzogiorno, le perdite sono superiori al dato nazionale».
Un altro problema rilevato è la questione dei depuratori: in Calabria, 50 Comuni ne sono sprovvisti, ossia il 5,3 % della popolazione. A livello nazionale, sono 296 i Comuni italiani a non avere un depuratore e, di questi, la maggior parte sono concentrati al Sud, ossia il 68%.
A livello nazionale, l’Istituto ha rilevato come «nel 2020 si stima che circa nove residenti su dieci (88,7%) siano allacciati alla rete fognaria pubblica, indipendentemente dalla disponibilità di impianti di trattamento successivi. Sono 6,7 milioni i residenti non allacciati alla rete fognaria pubblica; di questi 387mila (0,7% della popolazione) risiedono in 40 comuni completamente privi del servizio».
«Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane – si legge – in esercizio nel 2020 sono 18.042 e servono, in maniera completa o parziale, il 96,3% dei comuni italiani. Tali impianti, progettati per trattare potenzialmente 107 milioni di abitanti equivalenti, di tipo civile e industriale, hanno effettivamente trattato nell’anno un carico inquinante di poco superiore a 67 milioni di abitanti equivalenti. Gli impianti con trattamenti secondari e avanzati, pur rappresentando il 43,7% del parco depuratori, trattano più del 94% dei carichi inquinanti confluiti ai depuratori delle acque reflue urbane. Il restante 6% del carico è trattato da vasche Imhoff e impianti di tipo primario».
Per quanto riguarda il servizio fognario, l’Istat ha rilevato come «nove residenti su dieci (88,7%) siano allacciati alla rete fognaria pubblica, indipendentemente dalla disponibilità di impianti di trattamento successivi. Sono 6,7 milioni i residenti non allacciati alla rete fognaria pubblica; di questi 387mila (0,7% della popolazione) risiedono in 40 comuni completamente privi del servizio».
In Calabria, la copertura del servizio pubblico di fognatura è dell’89,9%. A livello provinciale, a Cosenza la copertura è dell’88,1%, a Catanzaro del 92,1%, Reggio 88,4%, Crotone 96,2% e Vibo 91,1%. (rrm)