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Pastificio San di Mangone, un sogno che si avvera

Pastificio Sam di Mangone, un sogno che si avvera

di MARIACHIARA MONACOSe, sono sempre i sogni a dare forma al mondo, le storie di Sadia Diaby e Adama Traore, direttamente dal Senegal, e di Madi Minougouy, dalla Costa d’Avorio, ne sono la prova. Ma come tutte le storie che hanno un lieto fine, non bisogna nascondere i tratti più cupi, difficili, dei passi iniziali.

I tre ragazzi, sono arrivati sulle coste di Corigliano Calabro, circa cinque anni fa, speranzosi di costruire a piccoli passi un futuro migliore, tranquillo, come il blu cobalto del mare, che dà e che toglie.

«Quando sono arrivato in Italia non sapevo cosa avrei potuto fare – racconta Adama Traore – ma avevo il desiderio forte di vivere qui e di lavorare. Nel centro di accoglienza di Rogliano ho studiato e ho imparato la lingua, ma ho avuto anche la possibilità di frequentare dei corsi, e di imparare un mestiere, quello di pastaio. Poi ho conosciuto Madia e Sadia, e l’intesa è stata immediata. Sapevamo che per costruire un futuro dovevamo rimboccarci le maniche, lavorare sodo».

Il progetto “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”, che si occupa dell’integrazione socio – economica, ha dato ai tre amici, la possibilità di formarsi dal punto di vista professionale e non solo: «Qui a Rogliano si è lavorato per la formazione e l’inserimento professionale. Questo non è un progetto di buona accoglienza, non è un’esperienza di buona integrazione, ma è una start up d’impresa. I ragazzi danno il loro contributo alla società avviando un’attività produttiva, generando utili, generando ricchezza sociale, pagando le tasse, i contributi, gli affitti. È una realtà altamente innovativa, noi la sosteniamo, ma questi giovani la portano avanti in maniera egregia», spiega Salvatore Brullo, direttore generale di Fo.Co.

Con impegno, costanza e determinazione, hanno fatto loro l’amore per un’arte, ed ecco l’idea: aprire un pastificio. 

Ma la passione non basta, e dunque viene finanziato un progetto, il quale ha fatto da incubatore d’impresa, dando ai tre, nozioni e conoscenze non solo dal punto di vista pratico, mettendo dunque “le mani in pasta”, ma anche dal punto di vista burocratico, che nel nostro paese, ingarbuglia chi vuol fare impresa.

 I tre hanno messo in piedi la cooperativa Sam (l’acronimo dei tre soci fondatori: Sadia, Adama e e Madi), un’azienda per la produzione di pasta fresca e ostie. La nascita di questa nuova, ma avvincente realtà è stata sostenuta, tra gli altri, anche da Fondazione con il Sud.

«Siamo orgogliosi del nostro lavoro – ha detto Madi Minougouy – vorremmo che il progetto si ingrandisse». Attorno all’impresa, c’è stata e continua ad esserci, una fitta rete di collaborazione anche esterna, basti pensare al Molino Casillo di Corato, e alla Fondazione Casillo, che ha dato un importante contributo per la realizzazione del pastificio, donando 1000 chili di farina per la fase di start up.

«Questa è un’esperienza molto bella di collaborazione tra diverse realtà, diverse associazioni – commenta Gaetano Gabriele, presidente della Cooperativa Mi.Fa. – ricordo ancora il giorno in cui, cinque anni fa, siamo andati a prendere questi ragazzi a Corigliano. Erano appena sbarcati ed erano minorenni. Poi sono stati affidati a Casa Ismaele, lì sono cresciuti e si sono formati, ed è arrivata la possibilità di proporre questo progetto imprenditoriale. All’inizio erano coinvolti sia ragazzi italiani che stranieri, poi sono rimasti solo loro».

In questo modo, i tre giovani sono riusciti a raggiungere la vetta: diventare imprenditori, creare lavoro anche per gli altri e generare ricchezza sociale ed economica. Produrranno principalmente pasta fresca e l’avvio dell’attività ha già fatto registrare numeri importanti. In molti hanno sposato l’idea di acquistare i loro prodotti, tra essi una fitta rete di ristoranti locali, e molti negozi alimentari, oltre ai privati che già lo apprezzano. La cooperativa si è dedicata anche alla produzione di ostie che vengono acquistate dalle parrocchie e dagli enti di culto. Si tratta di un unicum nel suo genere, visto che queste saranno prodotte da tre giovani musulmani.

«Giungere all’inaugurazione per noi significa condividere con gli amici questo sogno, testimoniare a tutti che una vita nuova è possibile anche per chi è costretto a fuggire dal proprio paese. Oggi condividiamo questa gioia anche  con le nostre famiglie in Costa d’Avorio e Senegal: loro sono felici di sapere che l’Italia ci ha aperto le porte, e ci ha dato la possibilità di costruire qui il nostro futuro», concludono Sadia, Adama e Madi. (mm)