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Castello Murat

PIZZO – La riqualificazione del Castello Murat

È con la somma di 100 mila euro, che l’Amministrazione Comunale potrà valorizzazione il Castello Murat di Pizzo.

Un finanziamento firmato con la Regione Calabria, e che rientra nell’ambito del programma degli interventi Il decennio francese in Calabria – Alla scoperta di Gioacchino Murat.

L’obiettivo, dunque, è quello di far meglio ammirare a turisti e visitatori, le antiche mura del prestigioso maniero della seconda metà del XV secolo in cui, nel 1815, fu imprigionato e condannato a morte per fucilazione il Re di Napoli, Gioacchino Murat.

Le somme attuali saranno destinate, in particolare, all’installazione dell’illuminazione artistica esterna, sia sul lato fossato che sul lato rupe che si affaccia sulla Marina. I lavori si effettueranno entro l’anno in corso.

«Il Comune – ha spiegato il Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo – aveva richiesto un finanziamento di 500 mila euro per la totale rivisitazione e valorizzazione del Museo Murattiano. Tuttavia, al momento, la Regione ha assegnato solo 100 mila euro che comunque consentiranno di effettuare alcuni importanti interventi di manutenzione, primo tra tutti quello del rifacimento dell’impianto di illuminazione esterna. Ci auguriamo che, nel prossimo futuro, venga integrato il finanziamento con l’obiettivo di realizzare anche la valorizzazione del museo».

La storia del Castello di Pizzo è legata alla morte di Gioacchino Murat, Re di Napoli, uomo valoroso, impavido che a Pizzo cercava la vittoria e la riconquista del suo regno e invece vi trovò la morte.
All’ interno del maniero una ricostruzione storica riproduce gli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat, rappresentando i diversi momenti della detenzione del Re e dei suoi uomini: all’ interno delle celle, nei semisotterranei, è riprodotta la loro prigionia; al primo piano è rappresentata la scena del sommario processo contro l’ Murat; nella cella in cui il Re trascorse gli ultimi momenti della sua vita e in cui scrisse la lettera di addio alla moglie Carolina e ai suoi quattro figli, sempre al secondo piano, è riproposta la scena della confessione del Re con il Canonico Masdea. (rvv)