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Carlo Giulio Argan e Fernando Miglietta nel 1985

«Preservare l’originalità culturale del Meridione», il libro-diario di Miglietta-Argan

L’architetto Fernando Miglietta, apprezzato professionista – calabrese d’adozione – nonché autore del progetto del Cimitero dei Migranti a Tarsia ideato da Franco Corbelli, presenta giovedì a Roma al Macro il suo ultimo libro Diariotre, Con Carlo Giulio Argan. Tutti siamo debitori nei confronti di Giulio Carlo Argan, studioso, intellettuale, storico dell’arte e critico militante. Politico, uomo delle istituzioni. Col grande storico dell’arte Miglietta ha avuto un intenso rapporto di collaborazione per oltre un decennio e in questo libro racconta, da testimone diretto, i momenti vissuti con uno dei maggiori protagonisti dell’arte e della cultura italiana. Argan – riferisce Miglietta – aveva un’idea chiara su quale azione politica  fosse necessaria a favore della cultura del Sud: «Il problema  non è tanto di portare al Sud strutture o apparati culturali come quelli esistenti al Nord, quanto quello di preservare l’originalità culturale del meridione, seriamente in pericolo in quanto legata ad una minore potenzialità economica».

Il libro Diariotre, Con Giulio Carlo Argan, (Rubbettino Editore) che segue quelli già dedicati a Bruno Munari e Pierre Restany, racconta l’intenso rapporto di Fernando Miglietta  con Giulio Carlo Argan nell’arco del decennio 1977-1988 e svela, per molti versi, pagine inedite della cultura italiana che ci fanno meglio capire l’attualità del pensiero di Argan.

«Il tema arte-città, quel rapporto tra le arti e il progetto, in grado di esprimere forme identitarie di una cultura, – scrive Fernando Miglietta – era l’orizzonte primario del pensiero critico di Giulio Carlo Argan, speciale compagno di viaggio nei complessi rapporti tra politica e cultura e illuminato testimone critico della mia ricerca in arte e in architettura. In più occasioni abbiamo dialogato, confrontandoci sull’idea di futuro e di memoria, di arte e città, consapevoli della necessità di un progetto, azione e forma politica».

«Il centro della nostra riflessione ruotava spesso attorno ad un nuovo rapporto tra immaginazione e progetto, arte e città, pensiero e forme, alla ricerca di una nuova idea di futuro. Argan aveva piena coscienza  dei mutamenti in atto, in particolare della “crisi dell’arte” come “scienza europea”. Il rapporto tra la Città, le arti e il progetto, era alla base del suo pensiero e della sua azione critica. “Le arti, – affermava Argan – sono costitutive della città. Il solo luogo a cui tutte convergono e in cui fanno sintesi è la città. Per studiare l’arte bisogna partire dalla città…”».

Fernando Miglietta
L’architetto Fernando Miglietta

«E ancora, nella visione moderna di Argan – sottolinea l’architetto Miglietta – centrale era il rapporto tra cultura e politica: I partiti, le classi dirigenti, gli intellettuali. Argan su questi temi però non è mai stato tenero, ha sempre denunciato la mancanza di impegno civile, di carenza di progettualità: in alcuni casi un vero e proprio processo al Novecento». Ancora più dirompente e illuminante la sua riflessione sui rapporti tra Nord e Sud,  (1982): «L’unità del Paese è a rischio. Non avendo risolto nessuno dei problemi economici del mezzogiorno, l’Italia sta rischiando addirittura l’unità, non forse quella amministrativa o politica, ma l’unità come complesso di culture diverse che interagiscono positivamente” .

Paolo Portoghesi che firma l’introduzione al libro afferma che «Per chi ama l’arte e la sua storia ed ha condiviso la necessità dell’impegno politico come partecipazione alla responsabilità del cambiamento, Argan rimane una testimonianza indimenticabile. Per lui la storia dell’Arte non era cronaca filologica di ciò che è stato, ma un modo per indagare criticamente il presente e le prospettive del futuro».

Il progetto dunque, per Argan, come “cuore del collegamento delle arti, delle arti con la città, delle arti con la società, – evidenzia Claudio Gamba nella presentazione – ma anche del dialogo con il futuro, della saldatura tra utopia e concretezza pratica del fare”. Al centro della sua visione delle arti – scrive Franco Purini nella postfazione – “c’è l’idea del progetto come forma simbolica della modernità. Una forma che si sdoppia generando una straordinaria energia trasformatrice”.

Dunque, tutti siamo debitori nei confronti di Giulio Carlo Argan. Lo stesso Enrico Crispolti, “dagli arganiani considerato un anti-arganiano”, e non del tutto a torto”, in questo libro riconosce, – nella sua disvelata ed inedita testimonianza a Miglietta, prima della sua  scomparsa –  “ fra le componenti salienti della sua formazione professionale, un importante ruolo storico della variamente attesa lezione arganiana. Esattamente proprio – scrive Crispolti – per la sua preminente componente di implicita qualificazione ideologica dell’evento artistico, come tale, nella sua frizione societaria, nel sotteso giudizio sul mondo”.

Fernando Miglietta 13 giugno

Il libro  sarà presentato domani giovedi 13  giugno alle ore 18,00 al Museo MACRO ASILO  di Roma a cura dell’Archivio Miglietta con la partecipazione oltre che di Fernando Miglietta, di Paolo Portoghesi, Franco Purini, Orazio Carpenzano e Claudio Gamba. (mp)