Sabato 15 e domenica 16 maggio, anche in Calabria sono in programma le Giornate Fai di Primavera, giunte alla 29esima edizione.
Le Giornate FAI di Primavera sono il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown. Anche quest’anno la grande manifestazione di piazza del Fai, dal 1993 il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani – dopo i mesi difficili vissuti – nell’entusiasmante scoperta delle bellezze che ci circondano, grazie all’apertura di 600 luoghi in 300 città, molti dei quali poco conosciuti o accessibili in via eccezionale, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti.
«Questa edizione – si legge in una nota – è, dunque, un piccolo “miracolo” che ci rende orgogliosi e anche un prezioso regalo che la nostra Fondazione offre agli italiani. Siamo infatti convinti che partecipare alla manifestazione potrà contribuire a ridare ai cittadini speranza e fiducia nel futuro, riavvicinandoli, dopo una lunga lontananza forzata, ai beni storici, artistici e naturalistici del nostro Paese, che dal 1975 ci impegniamo ogni giorno a tutelare, salvaguardare e valorizzare con grande slancio e senso di responsabilità, per sempre e per tutti».
In Calabria, con le Giornate Fai di Primavera, si potranno visitare il Parco Archeologico di Laos e il Museo del Cedro a Santa Maria del Cedro, dalle 10 alle 18.
Il Parco Archeologico di Laos copre un’area di circa 60 ettari e costituisce l’area di maggiore interesse storico-culturale dell’intero territorio dell’Alto Tirreno Cosentino. Situato sul colle di San Bartolo, l’impianto urbanistico dell’antica città di Laos si presenta come un insieme di resti che testimoniano l’importanza di questa colonia achea che si rese autonoma in seguito all’invasione da parte di componenti etniche non greche. Oltre al parco archeologico sarà possibile visitare nel borgo antico di Santa Maria del Cedro la chiesetta di San Basilio e il Palazzo Cefalà, eccezionalmente aperti per le Giornate FAI di Primavera, e il Museo del Cedro dedicato alla coltivazione della pianta omonima, varietà liscio diamante qui diffusissima – grazie a un microclima unico caratterizzato dall’incontro di correnti che provengono dal mare e dalla montagna – e particolarmente legato alla cultura ebraica. Sempre al Museo del Cedro, sabato e domenica si alterneranno Show Cooking e incontri tematici incentrati sull’importanza del cedro nella cultura ebraica.
Il Sito Paleontologico: Cave di Brunia e Forcone a Cessaniti (VV), sabato 15 maggio dalle ore 15.30 alle 18.30; domenica 16 maggio dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.30.
A Portogliola, è previsto un percorso dal titolo Locri dopo Locri: Dalle soglie del Medioevo al XVI secolo, che partirà dal Palatium tardoantico di Quote S. Francesco per poi giungere, passando nell’area in cui vi era l’insediamento tardoantico di Pagliapoli, in contrada Tribona, alla torre costiera di Palepoli, chiusa al pubblico e normalmente non visitabile perché di proprietà privata, così come il Palatium. Poco lontano dal tratto sud dalle mura di cinta di Locri, nel comune di Portigliola, sorge il monumento più significativo del periodo tardoantico (V-VII secolo d.C.): il palatium in contrada Quote S. Francesco. Si tratta di un complesso eccezionalmente conservato di cui facevano parte un edificio termale e un nucleo residenziale, forse articolato originariamente su due piani, un tempo creduto una chiesa paleocristiana. Il palatium era la residenza fortificata di un potente dominus, forse al centro di un’ampia proprietà terriera, sviluppatosi in un momento storico in cui la società si trasformava e assumeva l’aspetto che sarà caratteristico dell’età medievale. La vita del palatium di Quote S. Francesco si protrasse fino al VII secolo d.C. quando le incursioni arabe e il diffondersi della malaria provocarono il definitivo abbandono dell’area e portarono allo sviluppo di Gerace. La Torre di Palepoli, è stata così identificata nei documenti del XVI secolo presumibilmente perché posta a ridosso dell’antica città di Locri Epizephiri, detta anche “dei corvi” o “di Gerace”. È situata a poca distanza dalla fiumara di Portigliola e la forma perfettamente cilindrica riporta ai modelli angioini. Inizialmente avrà avuto la funzione di torre di avvistamento o anche di faro e certamente è stata posto di guardia nel Cinquecento. Molto danneggiata nel terremoto del 1907, negli anni seguenti ha subito ulteriori mutilazioni.
Aperture: sabato 15 maggio dalle ore 15.30 alle 17.30 e domenica 16 dalle ore 10 alle 17.30.
Inoltre, venerdì 14 maggio, dalle ore 16, presso la sala Consiliare del Comune di Locri, gli iscritti Fai potranno ammirare il preziosissimo Codice Romano Carratelli, manoscritto cinquecentesco acquerellato che rappresenta e illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle sue città fortificate, dei suoi castelli, delle sue torri e del suo territorio. Per la sua importanza il codice è sottoposto a vincolo del Ministero dei Beni ed Attività Culturali con d. n. 185 dell’8.7.2014, nonché candidato per l’iscrizione nel Registro Memoria del Mondo dell’Unesco.
A Montauro, il Grangia di Sant’Anna e Montauro, sabato 15 maggio dalle ore 16 alle 19 e domenica 16 dalle 9.30 alle 18.30.
Situata nell’estrema parte meridionale del territorio di Montauro su un pianoro che si affaccia su una lunga fascia della costa ionica, la Grangia di Sant’Anna domina un vasto territorio fortemente impregnato dalla presenza di strutture produttive, che si ha ragione di ritenere risalenti ai cicli monastici, casali di campagna, frantoi, magazzini, mulini. Proprio nei pressi della stessa Grangia, lungo il torrente che scende rapidamente verso il mare sono ancora visibili gli impianti di 5 mulini che, collegati da un percorso in pietra, compongono un sistema architettonico e ambientale unico in Calabria. Il termine grangia anticamente indicava inizialmente un luogo atto a conservare il grano, ma successivamente assunse il significato di azienda agricola con terreni e pascoli di pertinenza ecclesiastica. In occasione delle Giornate, i visitatori saranno condotti dall’archeologa Chiara Raimond e dallo storico dell’arte Domenico Pisani a scoprire la storia di questo luogo, per proseguire attraverso le caratteristiche viuzze del borgo di Montauro.
Paludi e le sue Chiese,domenica 16 maggio, dalle ore 10.30 alle 17.
Il borgo medioevale di Paludi, con le sue antiche chiese, si trova nella Sila Greca orientale, immerso nella bellissima macchia mediterranea. Durante le Giornate FAI di Primavera il percorso partirà dalla chiesa Matrice di San Clemente, del XVI secolo, di notevole interesse storico e architettonico, per proseguire verso la chiesa di S. Antonio, o S. Maria di Nazareth, costruita nel XVI secolo su un panoramico pianoro; la chiesa dell’Immacolata Concezione, del XVII secolo; la chiesa della Madonna del Soccorso, edificata nel Seicento sui resti di un oratorio basiliano in una zona chiamata “i rutte” per la presenza di numerose grotte eremitiche nei dintorni. La visita si concluderà alla chiesa della Madonna del Carmine, costruita nel XIV secolo all’esterno del centro abitato come rifugio per i fedeli che scampavano all’epidemia della peste nera.
La Torre Castello Fasana a Strongoli, sabato 15 maggio dalle ore 15.30 alle 18.30 e domenica 16 dalle ore 9.30 alle 18.30.
Torre Fasana è un’antica casa fortezza circondata da un ampio parco sulla costa jonica della Calabria, in prossimità dell’oasi protetta della foce del fiume Neto, area naturalistica tutelata come SIC (sito di interesse comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale). Bene vincolato del Ministero per i beni e le attività culturali dal 2012, il complesso è costituito da edifici merlati, arricchiti di preziose maioliche fiorentine che ricordano gli artistici centri rinascimentali del centro Italia e una cappella dedicata al culto mariano, ad aula unica e portale centrale con soprastante ogiva e piccolo campanile a vela monofora. Il castello, edificato intorno all’antica torre, è una costruzione complessa e dallo stile neo-medievale, sottolineato dalla bicromia della cementizia di pietra gialla e rossa e merli a coda di rondine, capitelli, iscrizioni, armi e blasoni: tutto è accuratamente predisposto nella sapiente regia del progettista affinché da qualsiasi punto la si ammiri se ne possa godere tanto dall’esterno quanto all’interno la magica fiabesca teatralità. L’apertura nelle Giornate Fai prevede la visita al complesso di Torre e Castello e una passeggiata nell’area naturalistica presso le Dune di Santa Focà e foce del fiume Neto. Di proprietà privata, i bene è eccezionalmente aperto per questa occasione. (rrm)
In copertina, Torre Castello Fasana. Foto Benedetto Milelli.