Fino al 4 febbraio, all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria si potrà visitare la mostra ArtEfizio, curata dai professori Francesco Finotti e Marcello Francolini – rispettivamente docenti di “Plastica Ornamentale” e “Stile, Storia dell’Arte e del Costume”.
L’evento raccoglie i risultati del ciclo di corsi brevi intitolati Dall’aula al cantiere – materiali, tecniche e stili della decorazione, curato dallo stesso Francesco Finotti e dall’artista decoratrice di chiara fama Silvia Moro.
Il ciclo di incontri, avviato e concluso lo scorso novembre, nell’ambito del Laboratorio dello Stretto, ha offerto agli studenti l’opportunità di scoprire le infinite possibilità d’interpretazione che offre ogni la tecnica della Decorazione e i diversi strumenti utilizzati nella cantieristica, al fine di far emergere gusto e stile personale.
Dopo aver dimostrato le potenzialità di questa professione, che oggi sembra aver smarrito una sua connotazione certa, i docenti hanno affrontato tre step tematici per preparare i corsisti ad affrontare i futuri cantieri di lavoro.
Il risultato che il percorso formativo ha offerto è una corposa produzione di elaborati che hanno favorevolmente colpito i docenti dell’Accademia così da far nascere l’esigenza di renderli fruibili anche all’esterno dell’Istituzione di Alta Formazione.
Si tratta di una mostra che vuole presentare i lavori dei giovani artisti sotto forma di Grande Installazione Ambientale quasi a ricordare le suggestioni del bosco.
Come ci comunica il Prof. Francolini «È al bosco di Ernest Junger che abbiamo conformato le nostre idee per questa mostra. Le nostre idee appunto, non le nostre opere. Le idee che si profilano da questi campioni che estendibili nell’immaginazione del visitatore sono potenzialmente portati a straripare dal metro quadro al metro cubo. Ma altrettanto, visti tutti insieme saranno disposti per nuance: dall’ingresso alla parete di fondo con gli azzurrinisempreverdi del tramonto; dal fondo all’ingresso con i rosapesca dell’alba; in un percorso di risalita dalla confusione alla consapevolezza».
«Il lavoro che ci compete» afferma il Prof. Finotti, «è quello di continuare a comprendere quale sia oggi il linguaggio della decorazione e di proporre una strada da percorrere per rilanciare il dialogo che siamo tenuti a investigare. Siamo anche alla ricerca di nuovi modi di fare didattica per formare i professionisti di domani. Il decoratore oggi non può permettersi di essere un mero artigiano, ma deve dimostrarsi un artista colto e capace di evocare un sentimento nell’epoca in cui vive».
A chiusura dei lavori, giovedì 3 febbraio alle ore 10:00, presso lo spazio espositivo dell’Accademia, in occasione del finissage, verrà presentato al pubblico il catalogo della mostra. (rrc)