Focus sulla drammaturgia e uno spettacolo teatrale hanno scandito la prima giornata dell’ottava edizione del Festival Miti Contemporanei, organizzato dalla Compagnia Scena Nuda, diretta da Teresa Timpano.
La giornata è cominciata con l’incontro stampa, introdotto da Teresa Timpano e dalla giornalista Paola Abenavoli, con gli artisti e i protagonisti dell’appuntamento culturale che, ormai, è diventato un punto di riferimento per il teatro del Mediterraneo. Tra gli artisti intervenuti, Giada Costa e Giuseppe Vigneri, interpreti dello spettacolo Come Hansel e Gretel, che ha aperto il Festival con la matinèe dedicata ai ragazzi. Ancora, sono intervenuti Pasquale Amato, fondatore e presidente del Premio Mondiale di Poesia Nosside, la cui cerimonia di premiazione si è svolta ieri sera al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Paolo Genoese, promotore dell’evento condiviso con il Face Festival, ovvero l’installazione realizzata da ShendraStucki, un suggestivo albero composto da fili elettrici, che si potrà ammirare al Castello aragonese fino al 4 dicembre, Irene Tripodi, presidente di Aiparc, e i quattro attori che si sono esibiti, nelle perfomance tratte dalle opere di William Shakespeare, per AltriLuoghi Festival, rassegna che ha anticipato il Festival Miti Contemporanei: Lorenzo Praticò, Miryam Chilà e Adriana Cuzzocrea.
Particolare interesse hanno suscitato gli interventi di Giorgia Karvunaki, ricercatrice e traduttrice, che ha spiegato la genesi della collaborazione con il Festival, che ha portato alla organizzazione del Focus sulla drammaturgia contemporanea e alla creazione di questo ideale ponte tra Calabria e Grecia e, restando in tema, la regista Marianna Calbari, anche interprete insieme a Katia Gerou e KostantinaTalkou, dello spettacolo Le serve, andato in scena al Ridotto del “Teatro Cilea”. La regista ha illustrato la contemporaneità del mito, del testo, e si è anche soffermata sul rapporto con il Festival, auspicando altre sinergie future.
Di questo ponte ideale tra Calabria e Grecia, se ne è parlato alla Biblioteca Comunale con Giorgia Karvunaki e la professoressa emerita presso l’Università di Atene, Chara Bakonikola, che ha sottolineato la particolarità della drammaturgia di Takopulos, il suo destrutturare, l’interessante stile. Come poi ha dimostrato, nell’interpretare un brano de Il penultimo dei Monikin, l’attore Lorenzo Praticò. Si è passati, quindi, ad un nuovo testo italiano, Pasifae- madre di un Minotauro, scritto da Filippo Gessi, autore di Scena Nuda.
Una rilettura del mito, anche questa inedita – come hanno spiegato il critico teatrale Paola Abenavoli e lo stesso autore -,dal punto di vista della protagonista e con una sottolineatura di temi, come quello del giudizio.Ad interpretarne un brano, Teresa Timpano e Miryam Chilà.
La seconda parte dell’incontro è stata, invece, dedicata alla lettura critica del teatro contemporaneo e di come esso reinterpreti il mito: una disamina condotta con efficacia e visione precisa da Giulio Baffi, critico di Repubblica e presidente dell’Associazione nazionale critici di Teatro, associazione che ha collaborato alla promozione del Focus, insieme al Gispe (Giornalisti spettacolo), gruppo di specializzazione nato all’interno del Sindacato Giornalisti Calabria.
Baffi ha descritto come gli autori contemporanei si rapportino al mito, quale lo stato del teatro contemporaneo oggi, l’approccio odierno al classico e al reale, e cosa manca a queste letture. Interessanti spunti sono giunti, poi, anche dall’intervento dalla giornalista Anna Foti, componente del direttivo del Gispe, che si è soffermata sulla necessità che il teatro contemporaneo, come tutto il mondo della cultura, si approcci alle tematiche che oggi maggiormente riguardano la società, a partire, ad esempio, dall’argomento delle migrazioni, e come il giornalismo possa contribuire a far conoscere quanto di innovativo viene creato, aspetto che costituisce uno degli obiettivi dello stesso Gispe.
A chiudere in bellezza la prima giornata, lo spettacolo Le serve di Genet, proposto dal Teatro KarolosKoun di Atene nel Ridotto del Teatro Cilea. Uno spettacolo che ha proposto una rilettura del mito che guarda all’oggi: ma, soprattutto, una versione che si stacca dalla tradizione proposizione statica e filosofica, puntando sulla dinamicità, sulla passionalità di sentimenti e personaggi, sulla fluidità di una messinscena che, pur non tralasciando la complessità dei dialoghi e del rapporto tra le protagoniste, ci fornisce una contemporaneità drammaturgica e di messa in scena che colpisce e affascina.
Una standing ovation ha sancito il successo di una produzione innovativa e l’internazionalizzazione di Miti Contemporanei. (rrc)