Il consigliere comunale Massimo Ripepi, che si definisce “soldato semplice dell’Esercito di Rheggio”, fa il punto sulla battaglia che porta avanti per l’aeroporto dello Stretto. Stavolta Ripepi, in una nota, sente di dover ringraziare l’onorevole Sofo,
«Combattere la guerra, per la rinascita della nostra amata Rheggio con coraggio e perseveranza, porta frutti che fanno ben sperare per il futuro. Non bisogna mai scoraggiarsi nè perdere la speranza – dice – Otto anni fa, quando da soli combattevamo la battaglia per rendere il nostro scalo di interesse strategico e non nazionale, venivamo visti come dei visionari omologati fuori dal contesto generale. Oggi, che l’Europa, grazie all’importantissima interrogazione dell’on. Vincenzo Sofo, si esprime sull’importanza strategica del nostro aeroporto, per noi soldati dell’esercito di Rheggio, è un giorno importantissimo, siamo aperti e ricerchiamo l’aiuto di tutti coloro che, al di là dell’appartenenza politica, vogliono sostenere i combattimenti per la rinascita della nostra città».
«La Commissaria ai trasporti europea Adina Valen, è stata molto chiara sul tema del futuro dell’aeroporto Tito Minniti – aggiunge Ripepi – dichiarando che “svolge un ruolo centrale nel garantire la coesione del territorio dell’Ue” e che “soddisfa tutti i requisiti per far parte della rete globale Ten-T”. Un ruolo che però lo stesso commissario europeo sottolinea non essere stato supportato da adeguati investimenti, specificando che “l’aeroporto dovrebbe essere ammodernato al fine di conseguire la conformità ai requisiti previsti nel regolamento della rete Ten-T”, pur astenendosi nel dare indicazioni sul tipo di governance da adottare. Le reti dei trasporti (Ten-T) hanno l’obiettivo generale di stabilire un unico sistema transeuropeo multimodale per integrare il trasporto terrestre, marittimo ed aereo; essere dunque consapevoli che l’azione dei traditori di Rheggio ha generato un disagio mortale, che ci vede molto indietro rispetto alle richieste di adeguamento strutturale ed organizzativo della Comunità Europea, ci preoccupa molto. Il paradosso consumato appare gravissimo e, se non viene recuperato in fretta, potrebbe essere letale per il futuro dello scalo».
«Allo stato attuale – continua Ripepi – bisogna investire i soldi previsti per l’ammodernamento dell’infrastruttura nel migliore dei modi possibili. Dobbiamo insistere con ogni mezzo nel richiedere al Ministro Salvini l’investimento della cifra necessaria per costruire il nuovo scalo a mare compresi i vari collegamenti intermodali, tali da permettere l’arrivo dei passeggeri dalla dirimpettaia Messina. Ora o mai più. Il progetto, peraltro, è stato offerto gratuitamente dall’imprenditore Pino Falduto, che lo ha fatto realizzare con la previsione di tutti i collegamenti intermodali necessari. Poi i deputati ed i senatori della nostra città, dovrebbero urgentemente disintossicarsi dalle “supercazzole” che proferiscono a ripetizione e con tutti i mezzi a loro disposizione, impegnandosi concretamente per cambiare il piano nazionale degli aeroporti attraverso l’inserimento del nostro scalo tra quelli di interesse strategico della nazione e cambiando, conseguentemente, i dati di sviluppo e proiezione al 2035, da 400 mila passeggeri a 2 milioni. Tutto questo va al più presto realizzato unitamente alla vitale e fondamentale battaglia per staccarci dalla mortale Sacal, società di gestione degli aeroporti calabresi, artefice di aver raso al suolo ogni speranza di vita del nostro scalo con gli attuali 250 mila passeggeri annui, record tra i più negativi della storia».
«La commissione europea – conclude – ha finalmente messo nero su bianco il futuro del nostro gioiello che, come abbiamo sempre manifestato, è collegato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto e tutte le opere ad esso connesse, che rivitalizzerebbero senza alcun dubbio il nostro desertico territorio. Oggi è il tempo della verità e della trasparenza, è il tempo dell’azione coraggiosa e precisa che colpisce l’obiettivo nemico. La caccia quotidiana ai traditori ed ai venduti sarà senza tregua e farà comprendere ai nostri concittadini che vale la pena reagire a questo misero stato di cose che vede pochi eletti e molti schiavi. Meno convegni e più battaglie. Meno intellettuali paralitici e più soldati operativi. Così Rheggio risorgerà». (rrc)