Lo scorso sabato 19 agosto si è aperta con grande successo la personale di pittura di Giulio Manglaviti dal titolo La folla è femmina, che presenta in anteprima il suo ultimo progetto espositivo in Sottogiudecca, il nuovo spazio interamente dedicato al contemporaneo nell’underground di Via Giudecca 23 a Reggio Calabria. La storica Galleria Arte Toma, presidio d’arte in città dal 1912, riparte da qui con una proposta culturale fresca e multidisciplinare, in aperto dialogo con il panorama artistico nazionale.
Giulio Manglaviti – talentuoso reggino classe ’82 – è artista completo e instancabile, che negli ultimi vent’anni si è cimentato nel disegno, la grafica, la pittura, la scultura e la fotografia sperimentale, attraverso un lessico informale asciutto e deciso. Durante la pandemia, approda al ritratto come antidoto alla solitudine imposta dalle misure di contenimento in atto. L’esercizio pittorico diventa una pratica quotidiana necessaria ad esorcizzare paure e fantasmi interiori, che nel corso degli ultimi tre anni lo porta a realizzare uno schedario di oltre 500 volti di amici e nemici, reali e inventati, utilizzando rigorosamente la tecnica dell’olio su carta formatoA5.
Il titolo – estratto da una citazione del biografo tedesco E. Ludwig: “La folla ama gli uomini forti. La folla è femmina” – enfatizza la visione di Giulio, creatore e demiurgo, i cui personaggi esistono secondo la sua volontà. Non a caso scendendo le scale di Sottogiudecca si incontra subito la project room in cui va in scena “Multivisione dell’egoismo di Giulio”, opera multimediale distorsiva realizzata a quattro mani con Giulia Toma (editor di tutto il progetto grafico della mostra) e già presentata alla XVI° edizione del Talent Prize.
L’accesso alla sala principale regala immediatamente uno straordinario effetto immersivo: i ritratti sono fissati a nastro su rulli portanti di celluloide trasparente alti oltre 4 metri, che scivolano lungo le pareti ricoprendo a tappeto l’intera superficie di questo suggestivo sotterraneo brutalista interamente rinnovato.
«Un allestimento che ricrea volutamente l’assetto di un cantiere, uno studio improvvisato in cui l’artista presenta ‘in rotazione’ parte di questo monumentale work in progress iniziato nel marzo 2020, quando l’isolamento forzato lo conduce ad un’urgenza di rappresentazione dell’altro», come spiega Marta Toma, curatrice della mostra. Dietro questo caleidoscopico mosaico di identità, in cui si mescolano risultati e intenzioni estremamente diverse, c’è la volontà di costruire “un racconto corale disturbato, in cui tutti i ritratti partecipano 1:1 al processo di riscoperta della figura. I suoi personaggi perdono forma e prendono ombra, per assumere uno spessore di entità».
La mostra, che gode del patrocinio dell’Associazione ‘Amici del Museo di Reggio Calabria’ e dell’Associazione ‘Anassilaos’, sarà visitabile fino al 23 settembre 2023 (Lun 16.30-20.30; Mar-Sab 09.00-13.00/16.30 – 20.30). (mt)