Si presenta, domani mattina, alle 11, al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, la mostra “SalvArti – Dalle confische alle collezioni pubbliche”.
Alla presentazione a Reggio Calabria prenderanno parte Giuseppe Falcomatà, Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato con delega all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata del Ministero dell’Interno, Roberto Vannata, Dirigente Servizio II, Sistema museale nazionale e valorizzazione del patrimonio culturale della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, Maria Rosaria Laganà, Direttore dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati, e Domenico Piraina, Direttore Cultura Area Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano.
La rassegna reggina è la terza e tappa conclusiva di un itinerario che si è aperto con una straordinaria anteprima, dal 16 ottobre al 21 novembre 2024 alla Casa Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, proseguita con l’esposizione a Palazzo Reale di Milano dal 3 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025, che ha registrato più di 20mila visitatori.
Si tratta di una esposizione di grande portata culturale e sociale che vuole sottolineare e riaffermare, soprattutto tra le giovani generazioni, il fondamentale valore della legalità e che sarà visitabile fino al 27 aprile.
Quella di SalvArti, infatti, è una mostra che restituisce al pubblico una serie di opere d’arte contemporanea, tra dipinti, grafica e sculture di artisti quali Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Salvador Dalí, Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Rauschenberg, Christo e altri, provenienti da confische fatte dalla pubblica autorità alla malavita organizzata.
L’esposizione è parte del progetto Arte per la cultura della legalità, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno. Oltre a presentare un patrimonio culturale in parte rimasto ancora inaccessibile alla collettività, l’iniziativa mette in risalto il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte nel lungo e virtuoso processo che è stato necessario per recuperarle – fra queste, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza – e per verificarne l’autenticità e l’interesse culturale.
Le oltre 80 opere che compongono il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio cronologico e tematico, provengono da due differenti procedimenti. Il primo è scaturito da due indagini incrociate, svolte dal R.O.S. dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio. Il secondo è frutto di una confisca a carico di un soggetto pienamente inserito nel circuito della criminalità organizzata e stabilmente dedito ad attività economiche illecite. La mostra consente, quindi, di ripercorrere gli sviluppi dell’arte dalla prima metà del Novecento fino ai primi anni Duemila. (rrc)