Domenica 17 ottobre, a Reggio, alle 18, all’Hotel Medinblu, s’inaugura la mostra personale Terraluce di Saso Pippia.
Con la direzione artistica di Alessio Laganà e il testo critico di Francesca Schepis, l’iniziativa si pone all’interno della rassegna del Medinblu Contenitore di Idee, come anteprima della IV stagione 2021-2022.
Saso Pippia propone una stimolante occasione di immersione in un percorso espositivo denso di spunti di riflessione, lungo una traccia in cui la luce è la vera protagonista.
Terraluce ripercorre il lavoro degli ultimi anni dedicato dall’artista alla lettura del paesaggio. Inevitabilmente affascinato e totalmente rapito dalle visioni che questo luogo offre ogni giorno a tutti noi, Pippia utilizza una modalità che potrebbe essere definita impressionista. Nel riportare le suggestioni ricevute sulla tela, sulla tavola, anche sul supporto cartaceo, l’azione compiuta rimane la stessa, l’artista ci riporta con la vista, la mente e il cuore a una condizione appagante, a qualcosa in accordo con il paesaggio evocato.
Nel passaggio a una restituzione ideale dunque, la sua pittura diventa una “sintesi di paesaggio con profondi campi astratti, combinazioni di paste e polveri che vengono ripetutamente sovrapposti, graffiati, corrosi in una serie di configurazioni e colori”.
Nella considerazione che l’arte è una forma di espressione in grado di coinvolgere ogni aspetto emotivo e sensoriale della persona, Saso Pippia ha scelto di associare alle opere esposte una selezione di composizioni musicali che sarà possibile ascoltare leggendo un codice QR con l’ausilio di uno smartphone (si suggerisce a tal proposito di portare con sé un paio di auricolari).
La mostra, sviluppata negli spazi eleganti e misurati dell’Hotel Medinlbu, luogo di accoglienza, di viaggio, con una innata vocazione culturale, si configura come un allestimento totale e immersivo, in cui le opere sono raccolte secondo delle precise sezioni.
Questa esposizione personale arriva, finalmente, come medicina a lenire un periodo di vita diverso, improvviso, difficile, in cui ciascuno di noi è rimasto profondamente cambiato nelle abitudini quotidiane, ma anche privato della sorprendente esperienza che è la condivisione di una mostra d’arte. Il risultato che è possibile scorgere nelle opere di Pippia fornisce uno strumento di lettura proprio in quest’ottica “rivelatrice”, grazie alla continua restituzione di “un nuovo modo di vedere” che offre agli spettatori “una piccola parte di mondo che era al buio, scoprendola” (F. Schepis). (rrc)