Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18.30, presso l’Archivio di Stato, s’inaugura la mostra documentaria sulla musica degli anni Sessanta a cura degli artisti de Le Muse.
L’evento è stato organizzato da Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere in collaborazione con l’Archivio di Stato in occasione della Giornata Nazionale della Musica.
Intervengono Maria Fortunata Minasi, direttore dell’Archivio di Stato di Reggio, Giuseppe Livoti, in qualità di critico d’arte, Paola Abenavoli, in qualità di critico teatrale e cinematografico e il Coro Giovanile Laudamus, guidato dal Maestro Enza Cuzzola.
«Siamo in grande preparazione – ha dichiarato Giuseppe Livoti, presidente Le Muse – 20 eventi in organizzazione che prevedono un luglio, un agosto, settembre e ottobre intensi, unendo, nello spirito della nostra Associazione, cultura, territorio e grossi nomi del panorama nazionale».
«Unica eccezione prima di ripartire – ha sottolineato il presidente Livoti – questo venerdì 21 giugno alle ore 18,30, poiché continua il protocollo di intesa con l’Archivio di Stato di Reggio Calabria in occasione della Giornata Nazionale della Musica, evento nato in Francia, grazie ad un’iniziativa del Ministero della Cultura francese dell’epoca guidato da Jack Lang».
«Questo progetto – ha proseguito il presidente Livoti – ha iniziato la sua storia grazie soprattutto all’intuizione di tre figure carismatiche del partito socialista: Christian Dupavillon, architetto e amico del Ministro della Cultura; Maurice Fleuret, critico musicale e neo Direttore della Musica; e Jack Lang, nuovo capo della Rue de Valois. Tutto comincia nell’inverno 1981-1982, quando Fleuret presenta a Dupavillon una nota dove sostiene che la nuova politica musicale del paese dovrebbe tenere conto di un dato rilevante: i francesi posseggono più di cinque milioni di strumenti musicali».
«Dopo un anno di riflessione ed esitazioni – ha proseguito il presidente Livoti – il governo prende dunque la decisione di dare vita ad un fenomeno culturale senza precedenti nelle nazioni moderne: una “festa della musica”, nazionale, popolare e gratuita. Il 21 giugno 1982, tra le 20:30 e le 21:00, la prima “Fête de la Musique” viene lanciata, la manifestazione doveva durare una mezz’ora; in realtà, quella mezz’ora è stata ampiamente superata. I musicisti furono invitati ad esibirsi gratuitamente per le strade, nelle piazze, nei giardini, nelle corti, nei musei, nei castelli e anche negli ospedali e nelle case di riposo».
«In quest’occasione – ha proseguito Livoti – si ebbe anche modo di suggerire alle grandi istituzioni musicali (orchestre, opere, cori, ecc.) di aprirsi a nuovi spazi e nuovi generi: È la festa di tutte le musiche e di tutti i musicisti. Il 21 giugno è il giorno del solstizio d’estate, una notte molto particolare per i riti pagani, una notta che richiama l’antica tradizione delle feste di San Giovanni. Essa non ha niente in comune con un Festival di musica generalmente basato su un determinato compositore o genere musicale, secondo una programmazione selezionata da un direttore artistico; al contrario, questa è prima di tutto una festa popolare gratuita, aperta a tutti coloro che desiderano produrvisi, ed a tutti i generi musicali. Il successo dell’evento è immediato e spontaneo. In meno di 20 anni la Festa diventa un avvenimento mondiale e uno dei simboli dell’unione culturale tra i Paesi ed i popoli».