Oggi a Reggio, alle 16.45, presso la Villetta De Nava, l’incontro Dalla catastrofe alla ricostruzione.
L’evento è il quinto incontro degli appuntamenti dedicati alla commemorazione del sisma del 28 dicembre 1908, promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca De Nava e patrocinati di Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
Relaziona Daniela Neri, Funzionario responsabile del Settore Cultura del Comune di Reggio Calabria. Introdurrà e condurrà la Dr.ssa Marilù Laface, Responsabile Anassilaos Beni Culturali.
L’intervento della studiosa esaminerà le correnti architettoniche prevalenti sulla produzione architettonica reggina della ricostruzione dopo il sisma del 1908. Si ripercorre parallelamente il pensiero architettonico nazionale, evidenziando le influenze dell’architettura neoclassicista della cultura Liberty e del Razionalismo sulla cultura architettonica dei maggiori progettisti che operano a Reggio durante la ricostruzione. Negli stessi anni, infatti, la vicenda architettonica italiana sta vivendo una serie di trasformazioni e di cambiamenti culturali che Reggio acquisisce, rielabora e adegua alle esigenze locali. Le correnti del pensiero architettonico, il nuovo clima culturale i modelli urbani proposti in ambito nazionale, vengono assimilati nell’edilizia reggina nel tentativo di allinearsi alle coeve esperienze delle altre città italiane ed europee. Il quadro che emerge è che la trasformazione urbanistica e architettonica della Reggio della ricostruzione, rispetto alla città del secolo precedente non è dovuta soltanto all’introduzione di materiali diversi come il ferro e il cemento, o alle nuove tecniche costruttive, attinte dalla cultura architettonica europea, ma anche alla nuova situazione socio-economica della città e soprattutto alla nuova concezione di una città asismica, che si vorrebbe progettare e realizzare con tutte le precauzioni e i requisiti necessari affinché sia pronta ad affrontare un eventuale nuovo tragico evento sismico. Ma nell’ultimo trentennio del Novecento, Reggio, chiude le porte ad ogni ventata di novità e innovazione architettonica e si lascia solo sfiorare dai dibattiti culturali nazionali. Tutto ciò accentua l’emarginazione culturale della città che si nasconde dietro ad una serie di architetture uguali tra loro. Solo negli anni Novanta e nei primi del Duemila si assiste a veri segnali di rinnovamento del linguaggio architettonico di Reggio. Infatti, la città si arricchisce di alcuni esempi architettonici, in particolare edifici rappresentativi, che dichiarano in maniera evidente il passaggio dalle caratteristiche architettoniche del primo Novecento e il conseguente abbandono di moduli e schematismi appartenuti alla tradizione locale. (rrc)