È stato presentato, al Castello Aragonese di Reggio Calabria, il catalogo della mostra Millenovecentotto, oggetti ritrovati dal terremoto dello Stretto, realizzata dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, d’intesa con l’Amministrazione comunale.
«Con questa mostra – ha spiegato l’assessora alla Cultura del Comune di Reggio, Irene Calabrò – abbiamo voluto coniugare la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e le eccellenze migliori del nostro territorio, ossia il patrimonio delle risorse umane, rappresentato dall’Accademia di Belle Arti, che ha contribuito a rendere speciale lo spazio espositivo del Castello Aragonese. Si tratta di una mostra che sta riscuotendo molto successo ed interesse, soprattutto tra i reggini che hanno riscoperto le loro radici, anche in un momento doloroso come quello del terremoto del 1908. In molti lo hanno considerato anche un evento di rinascita».
«Oggi – ha aggiunto – celebriamo i 115 anni dal sisma del 1908, presentando in questo caso il catalogo e l’ annullo filatelico realizzato d’intesa con Poste Italiane. Il catalogo è molto ben realizzato, sono raffigurati tutti i circa 130 reperti che finora non erano mai stati esposti, ora entrati in possesso del Comune, dopo un lungo lavoro di catalogazione del ministero delle Finanze e Banca d’Italia e valorizzati in questa mostra di grande impatto artistico ed emotivo. Vorrei ringraziare la dottoressa Mazzù che, in rappresentanza del Mef e da reggina, ha fatto da tramite per accelerare le procedure di restituzioni dei reperti, anticipandoci che a gennaio anche in Banca d’Italia ci sarà un ulteriore momento di incontro per mettere in evidenza l’importanza di questi beni provenienti dal sisma del 1908».
Per Paolo Brunetti, vicesindaco di Reggio Calabria, presente all’evento, «il nostro castello si conferma sempre di più location ideale per appuntamenti culturali di assoluto rilievo».
«Questa mostra – ha affermato Brunetti – che sta riscuotendo sempre maggiore interesse in ambito artistico e tra i reggini e visitatori, ha il grande merito, non solo di raccontare una tra le pagine più tristi della storia recente dell’area dello Stretto, ma anche di esaltare al meglio le potenzialità concrete della nostra Accademia di Belle Arti, con la quale ci auguriamo di avere sempre maggiori momenti di incontro». (rrc)