Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18, al Museo del Bergamotto, sarà presentato il libro Calabria, Prima Italia della scrittrice americana Gertrude Slaughter e tradotto da Sara Cervadoro.
L’evento è stato organizzato dal Club Unesco di Reggio Calabria e patrocinato dalla Pro Loco di Pino Tripodi, la Kronos 1972 si Susanna Quattrone e Sadhi di Alessandro Gioffrè d’Ambra. Interverranno pure Franco Arillotta, Daniele Castrizio e Felice Costabile.
Questo è un tempo in cui si parla tanto di radici. E ci sono intere famiglie di terza o addirittura di quarta e quinta generazione dei nostri emigrati che vengono in pellegrinaggio da Paesi pure assai lontani per vedere con grande emozione i luoghi di partenza dei propri avi, per capire l’origine delle radici familiari, sociali e culturali. E si stupiscono di tanta ricchezza umana e di antichità di valori e significati pure etici, tanto che taluni ricomprano le case dei nonni o dei bisnonni oppure altre case nel borgo antico delle proprie lontane generazioni per sentirsi ancora di più legati, anche fisicamente al sudore delle pietre del remoto luogo di origine. È, ad esempio, il caso di Ariel Battaglia, il quale, terza generazione di un emigrante partito da Badolato (CZ) per l’Argentina, ha persino fondato un’associazione di calabresi a Buenos Aires.
Così nella stessa Badolato del 1982, l’allora bibliotecario comunale Domenico Lanciano (autore poi nel 1986 del “paese in vendita” per salvarlo dallo spopolamento) ha dato vita all’Associazione culturale “Calabria Prima Italia” proprio per riscoprire e studiare le più antiche origini del nome Italia, dato alla nostra regione 3500 anni fa circa da re Italo il quale ha inventato, con le leggi e i sissizi (pasti comuni), quella democrazia etica che è stata adottata da numerose città del Mediterraneo, come evidenzia Aristotele (384- 322 a. C.) e che ancora adesso ha un suo valore e che contraddistingue la calabresità. (rrc)