28 dicembre 2018 – Stasera al Teatro Cilea di Reggio lo spettacolo teatrale Il fetido stagno di Santo Nicito (anche regista) Con Lorenzo Praticò, musiche di Biago Laponte, luci di Simone Casile. Trucco di Nadia Mastroieni e fotografie di di Giovanna Catalano. Una produzione del Teatro della Girandola.
Il fetido stagno è una testimonianza, di coloro che sopravvivevano e sopravvivono ai margini della dignità, dalla quale traspare ancora oggi la sofferenza silenziosa tatuata su volti e su corpi sporchi.
Racconta storie, la storia di tutti quegli “esseri” internati nei manicomi. Uomini, donne, ragazzi, persone che in passato, venivano etichettati pazzi ma in realtà erano solo diversi per il loro modo di vedere e vivere la vita. Ammassati insieme in edifici fatiscenti, senza riscaldamento, senza le più elementari precauzioni igieniche, schizofrenici, omosessuali, paranoici, psicotici, anziani arteriosclerotici, soggetti affetti da cecità e da paralisi totale, ex militari sofferenti di esaurimento nervoso.
Tutti insieme, seminudi, parecchi catatonici, alcuni legati a brande arrugginite, da cui colavano urine e feci, in un ambiente maleodorante, intossicato dalla mancanza di umanità, dal silenzio reso insopportabili dal vociare o urlare di tanti.
«Il mio corpo era nelle vostre mani, ma la mia anima mi appartiene. Se mi ucciderete, finalmente sarò libero, non morirò invano»: così recita un verso di una poesia scritta nei primi anni ottanta da Guido, uno dei tanti che ha respirato gli orrori dell’Ospedale Psichiatrico di Reggio Calabria. (rs)