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Comune di Rende

RENDE (CS) – Conferita la cittadinanza onoraria al leader curdo Abdullah Ocalan

Il Comune di Rende ha conferito la cittadinanza onoraria al leader curdo Abdullah Ocalan.

«Abbiamo inteso rimarcare l’attenzione sui diritti civili: pensiamo sia un atto dovuto sottolineare come gli stessi diritti umani siano negati in Turchia. Rende manda oggi un segnale preciso alla politica nazionale che mai ha affrontato realmente tale problematica» ha dichiarato il sindaco Marcello Manna, a margine della seduta dell’ultimo consiglio comunale che ha votato a favore del conferimento della cittadinanza onoraria al leader curdo Abdullah Ocalan.

«Ocalan, come scrisse dal carcere il leader sud-africano, Nelson Mandela, preso tra “l’incudine dell’azione di massa e il martello della lotta armata”, ha optato per la ricerca costante e anche unilaterale della soluzione pacifica al conflitto tra le legittime aspirazioni del popolo curdo e la prepotenza turca. Il “confederalismo democratico” che Ocalan propone , è un modello alternativo della società, basato su parità e riconoscimento delle diversità di etnie, religioni, culture e generi. Non a caso, egli fu insignito, nel 2016, del premio per la pace da parte dell’International Peace Bureau, la più antica associazione pacifista umanitaria del mondo», ha spiegato l’assessora alla cultura Marta Petrusewicz.

«Attore fondamentale – ha dichiarato  l’assessore ai beni comuni Lisa Sorrentino – nel processo di pace in Medio Oriente, Ocalan  è il simbolo vivente della lotta del popolo curdo. Per più di quattro decenni ha lavorato per trasformare il conflitto da una lotta armata in una lotta politica finalizzata al raggiungimento di una pace giusta e duratura. Da ben 22 anni è recluso in un carcere speciale turco, nell’isola di “Imrali” in condizioni giudicate “disumane”. L’isolamento, quasi totale, da cui da oltre 16 anni è sottoposto, viola i suoi diritti umani, mette in costante pericolo la sua sopravvivenza, ostacola i contatti con la sua famiglia e il suo team legale e Inoltre rende sempre più difficile il suo ruolo di mediazione per la soluzione della questione curda».

«Il Popolo curdo – ha proseguito Sorrentino – è oppresso da anni dal governo  turco che nega l’esistenza di una nazione e di un popolo, bombarda i villaggi kurdi, massacra migliaia di persone, pratica la torture. Il regime turco è lo stesso che pochi giorni fa ha ritirato l’adesione alla Convenzione di Istanbul del 2011, primo trattato al mondo vincolante per prevenire e combattere la violenza contro le donne imponendo ai governi di adottare una legislazione che persegua la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili».

«Questo – ha concluso – configura un ulteriore e drammatico passo verso l’azzeramento della tutela dei diritti fondamentali, in particolare delle donne, a discapito del loro ruolo nella società e della efficace protezione contro ogni forma di violenza. A tal proposito tutta la Comunità internazionale ha condannato la decisione del Governo turco in quanto drammatico segnale di arretramento rispetto ad una conquista di civiltà per i Paesi dell’Unione Europea». (rcs)